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Venerdì, 26 Aprile 2024

Senza fissa dimora, il Comune inverte la rotta: il nuovo piano per salvare le persone dalla strada

Aperto un centro di accoglienza in corso Sebastopoli, sarà il primo di una serie: la Città ne prevede almeno uno in ogni Circoscrizione

Sono persone che arrivano dall'estero, ma soprattutto italiani. Uomini che hanno perso il lavoro o che in seguito a una separazione conclusasi male sono caduti in disgrazia e depressione. È anche a loro che è destinato il nuovo centro di accoglienza che è stato aperto in corso Sebastopoli dentro i locali della Circoscrizione 2. In totale vengono messi a disposizione quattordici posti letto, che però sono una goccia se si guarda l'offerta che la Città di Torino mette complessivamente a disposizione, che sono circa 800. Il nuovo centro di corso Sebastopoli è il primo di una serie perché l'obiettivo è replicare l'esperienza in ogni Circoscrizione. 

"Queste sono strutture temporanee dove le persone vengono accolte e si spera accompagnate verso qualcosa", spiega Massimo Petrantoni, della cooperativa 'Animazione Valdocco' che gestisce il centro insieme alla cooperativa 'Pier Giorgio Frassati', "Le persone arrivano dall'Africa, dal nord Africa e dalla Romania, ma abbiamo un 60% di italiani. Molte persone hanno perso il lavoro o una separazione che non si è conclusa bene e che ha creato depressione o dipendenze. Noi abbiamo il compito di ricostruire con loro la loro storia e cercare di trovare nuovi obiettivi nella vita". 

"Chi accede a questi servizi non ha solo il problema della casa", conclude Petrantoni, "Quello è solo la punta dell'iceberg perché i problemi sono molto più complessi e magari si trascinano da 10 o 20anni. Cerchiamo di trovare una strada per ognuno di loro. Un buon 30% riusciamo ad accompagnarli fuori da questa situazione". 

La situazione a Torino

A Torino il tema dei senza fissa dimora è particolarmente sentito. Tanti sono i giacigli ai bordi delle vie della città, sia in centro sia in periferia, e in periodi rigidi dell'anno come questo è ancora più sentito: "La Città di Torino ha circa 800 posti per le persone senza fissa dimora e sono divisi in due tipologie", spiega Jacopo Rosatelli, assessore al welfare del Comune di Torino, "Ci sono le strutture ad accesso libero o mediato, come questo centro; poi ci sono centri aperti 365 giorni l'anno, tutto il giorno, dove abitano persone inserite in percorsi più avanzati. Qui possono accedere tutte le persone perché è un centro salva vita previsto per il 'piano inverno' e serve a tutelare le persone che vivono per strada dal rischio di perdere la vita". 

È questa la strategia del Comune? "La strategia è piccoli centri in più punti della città perché sarebbe sbagliato concentrarli esclusivamente in un posto, anche per ragioni di rapporto con il quartiere e perché nei posti più piccoli gli interventi sono più efficaci, ma rimane la necessità di avere almeno un centro di primo accesso senza filtri come quello di via Traves". 

Nonostante i vostri sforzi sono sempre tanti i senza fissa dimora in giro per la città, come mai? "Chiunque cammini per via Roma o via Po vede che ci sono dei giacigli per strada. Noi cerchiamo di agganciare queste persone che spesso preferisco dormire per strada. La nostra è una città che accoglie persone che arrivano da fuori Italia che si fermano solo una stagione e che non hanno un rapporto vero con la città: non hanno perso una casa a Torino. Arrivano, stanno un periodo e poi si allontanano dopo aver fatto una stagione. Sono persone per le quali servono interventi mirati". 

Nel centro di corso Sebastopoli gli ospiti saranno segnalati e inviati dal Servizio Adulti in difficoltà della Città e dalla boa notturna. Lo spazio di corso Sebastopoli, individuato grazie alla generosità della Circoscrizione 2: "Crediamo che le persone in grave difficoltà siano non solo da accogliere in un luogo riparato e caldo nei mesi invernali ma accompagnate in un percorso di sostegno integrato. La nostra disponibilità alla Città nasce da questo presupposto, perché siamo al servizio di tutti a partire dai più deboli", ha aggiunto Luca Rolandi, presidente della Circoscrizione 2.

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