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Giovedì, 25 Aprile 2024

La ricetta di Pier Luigi Bersani per 'smacchiare il giaguaro Damilano': ecco cosa deve fare Lo Russo

Le analogie con Berlusconi sono tante

Quando ti trovi davanti Pier Luigi Bersani la domanda sorge quasi spontanea. Sì, perché lui di 'giaguari' se ne intende eccome e ne ha dovuto affrontare uno da non poco conto, Silvio Berlusconi, che ha non poche analogie con l'avversario numero uno di Stefano Lo Russo, candidato sindaco di centrosinistra, in questa campagna elettorale. 

Paolo Damilano è un imprenditore di successo, un uomo che si è messo a disposizione della politica, ma che prima non aveva mai avuto a che fare con essa, ed è un candidato che ha creato una propria lista che apparentemente è lontata dai partiti. E, come Silvio Berlusconi nel 1994, è il candidato più temibile per il centrosinistra torinese che vuole riprendersi Palazzo di Città. 

Le ricorda qualcosa del passato questo candidato? "Ricorda qualcosa...", risponde Bersani lasciando in sospeso il pensiero, "Bisogna vedere le candidature su dove posano i piedi, su dove hanno le radici. Io credo che quando tu ti fai appoggiare da Fratelli d'Italia o dalla Lega, puoi raccontarla come vuoi ma alla fine farai quelle politiche lì. Pensare di aggirare la politica e il radicamento è una pia illusione". 

Allora, cosa deve fare Lo Russo per 'smacchiare il giaguaro Damilano'? "Credo che intanto lo stia prendendo per il verso giusto, andando a mettere l'orecchio a terra per sentire i problemi. Credo che bisogni adesso solo promettere quel che si può promettere perché ormai la gente pensa che le cose grosse debbano essere fatte, ma vogliono spiegate anche le cose piccole. Vuol dire faccia a faccia, girare, stare dove c'è il popolo. Convincere il non voto a non sottrarsi da questo appuntamento e poi metterci un po' di politica che è un messaggio anche sui valori fondamentali, su un'idea di società e su una prospettiva di Paese. Insieme alle piccole cose ci si deve ricordare che Torino ha sempre esercitato una responsabilità verso questo Paese".

Per vincere e per competere con la destra però tutto questo potrebbe non bastare e allora si deve guardare ancora al Movimento 5 Stelle? "Se vogliamo competere con una destra aggressiva e regressiva dobbiamo organizzare un campo progressista formato da una sinistra con un programma nuova e da un accordo con i 5 Stelle portati a una piena maturità anche con l'aiuto di Conte. Dove si è riusciti a farlo tira un'aria piuttosto positiva, dove non si è riusciti bisogna tenere aperta la prospettiva. Se capita di dover affrontare un ballottaggio non contraddiciamo questa prospettiva perché qui c'è in gioco molto per l'Italia". 

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