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Giovedì, 25 Aprile 2024

"Un caffè, grazie". Il barista è davanti a noi, ma dobbiamo ordinare col cellulare: trionfa la burocrazia

E poi c'è la questione privacy

Faccia a faccia con il barista: "Mi scusi, potrei avere un caffè?". "Lo ha prenotato su WhatsApp? Altrimenti me lo dovrebbe prenotare con un messaggio". Non è una barzelletta, ma è il caotico e confuso protocollo che devono rispettare i bar per poter soddisfare la richiesta dei propri clienti. 

Per consumare un caffè del bar, perché per farlo al bar ci vorrà ancora tempo, dunque l'unico modo è ordinarlo e prenderselo da asporto. Anche se asporto significa tutto e niente. Un cliente infatti può ordinare il caffè anche una volta arrivato davanti all'esercizio commerciale sollecitato dal gestore del locale che deve rispettare le misure imposte. 

"La caffetteria deve essere prenotata da remoto, con WhatsApp. Le persone il caffè lo prendono come impulso, perché hanno un desiderio e molte desistono perché devono mandare il messaggio", racconta un barista che poi conclude, "Fossimo solo caffetteria non converrebbe assolutamente rimanere aperti con queste condizioni". 

"La cosa assurda è che anche se la persona è dietro l'angolo una prenotazione è una prenotazione. Potrebbe essere anche da tre metri di distanza con WhatsApp. L'importante è che non ci sia assembramento, ma come si vede in giro assembramenti non ci sono", racconta un altro barista. 

Senza contare la questione privacy. Molti infatti potrebbero desistere dal prenotare un caffè su WhatsApp anche se sono faccia a faccia con il barista, questo perché non sono state date indicazioni certe su come i baristi devono gestire i contatti dei propri clienti. Molti si sono organizzati autonomamente e tutti i giorni cancellano i numeri di telefono raccolti durante la giornata. 

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