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Attentati in tutta Italia, a organizzarli una cellula di Torino

Non è stato un semplice sgombero. L'azione di polizia che ha avuto inizio questa mattina - giovedì 7 febbraio - intorno alle 5.30 e che ha portato allo sgombero dell'asilo occupato di via Alessandria a Torino alle spalle aveva un intento ben più complesso. Ha portato infatti all'arresto di sei leader del mondo anarchico torinese con accuse molto gravi. 

I sei infatti sarebbero responsabili di aver animato e organizzato una cellula anarchico insurrezionalista sulla quale graverebbero ben 21 attentati con finalità eversive. Il loro scopo sarebbe stato quello di influire sulle politiche nazionali in materia di immigrazione mediante la ripetuta distruzine degli attuali CPR - le stesse strutture che fino all'anno scorso erano chiamate CIE, a Torino è in corso Brunelleschi - e con atti di violenza e intimidazione ai danni delle imprese che sono impegnate nella gestione di queste strutture. 

"La pericolosità di questa cellula è altissima, anche nei casi in cui non si intravede una strategia d'attacco specifica" - ha commentato il questore di Torino, Francesco Messina, che poi ha spiegato che gli arrestati sono "anarco-insurrezionalisti sociali: ovvero che partono dalla protesta sociale per perfezionare l'azione rivoluzionaria di attacco allo Stato. Queste persone sono state viste spesso alle manifestazioni No Tav, per fare un esempio. la campagna anti Cpr è in piena attuazione, così come quella contro la polizia, le carceri, la magistratura, il governo". 

A spiegare come i sei organizzavano le rivolte all'interno del CPR è Carlo Ambra, dirigente della Digos torinese: "Per stabilire contatti all'interno del Cpr, lanciavano delle palline da tennis con all'interno un volantino multilingue e un numero di cellulare con cui concordavano azioni simultanee all'interno e all'esterno della struttura. Poi, all'interno di pacchi di biscotti e altri beni, inserivano fiammiferi e il necessario per scatenare una rivolta e appiccare incendi". La cellula torinese aveva legami in molte altre città d'Italia. Due ordigni sono esplosi, uno a Bari dove un uomo è stato coinvolto e uno a Genova contro un bancomat. 


 

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