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Omotransfobia: in migliaia a Torino per chiedere di approvare il Ddl Zan

Appendino: "Se penso che mio figlio o mia figlia possa essere discriminato m'inc..."

Migliaia di bandiere arcobaleno si sono riversate in piazza Castello a Torino nel pomeriggio di oggi, sabato 5 giugno 2021, per chiedere l'approvazione anche al Senato (dove di fatto è arenato dopo l'approvazione della Camera avvenuta a novembre 2020) del disegno di legge Zan contro l'omotransfobia, che integra e amplia le competenze della legge Mancino del 1993. Numerosi gli interventi che si sono alternati sul palco tra cui quello della sindaca Chiara Appendino, che lo ha trasmesso in diretta sul suo profilo Facebook. Ecco le sue ragioni, che riassumono in un certo modo quelle di tutti i manifestanti.

L'intervento della sindaca Chiara Appendino

"La città ha deciso di stare dalla parte dei diritti, delle tutele che oggi non sono ancora riconosciute e che ci fanno sembrare di essere indietro di 100-200 anni e questo non è accettabile. Chi non vuole ancora capire che la città, in tutte le sue parti, ha preso una direzione, se ne farà una ragione perché la strada è questa. Chi sbaglia sono loro, non siamo noi, non siete voi. Se oggi stiamo lottando è perché qualcuno ha un privilegio. E che ce l'ha deve lottare insieme a chi non ce l'ha per farlo diventare un diritto. Questa non è soltanto una battaglia della comunità Lgbt, ma di tutti e di tutte, per tutti e per tutte. Torino è sempre stata avanti da questo punto di vista. Qui abbiamo trascritto e riconosciuto i diritti dei primi figli delle coppie omogenitoriali. Ma questo che cos'ha di trasgressivo? Stiamo tutelando madri, padri, bimbi e bimbe. Un diritto non riconosciuto significa non rimanere indietro, che una persona può esprimersi senza paura di essere giudicata e questo è un diritto. Se penso che mia figlia o mio figlio possa essere un giorno discriminato m'incazzo. Non è accettabile nessun passo indietro, nessun compromesso al ribasso. Lo chiede una generazione intera: la politica è più indietro rispetto al Paese e questo è inaccettabile".

(foto da Facebook di Gabriele Moroni)

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