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Coronavirus, l'ottimismo di Cirio: "I dati ci confortano, ma non abbassiamo la guardia"

Il presidente della Regione ha anche risposto alle accuse del Premier Conte

"Io rivendico e ho rivendicato il mio diritto e dovere di difendere e tutelare i cittadini piemontesi", a dirlo è Alberto Cirio, il presidente della Regione Piemonte, che questa mattina - martedì 25 febbraio - ha avuto una lunga conference call chiarificatrice con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla questione della gestione del coronavirus. 

Conte infatti durante la serata di ieri aveva paventato la possibilità di commissariare le Regioni togliendo loro i poteri: "Se ci sono stati problemi dal mio parere sono nati dal fatto che nelle settimane passate c'è stata leggerezza nel non prendere provvedimenti nazionali importanti. Noi invece non abbiamo sopravvalutato un bel nulla. Sabato pomeriggio l'unità di crisi della Regione Piemonte era già operativa e convocata ventiquattro ore su ventiquattro. Le prime azioni con il Governo le abbiamo avuto domenica alle 11", spiega il governatore Cirio che poi ha continuato, "Non interessa a nessuno polemizzare però le regioni stanno facendo tanto e bene". 

Sulla situazione piemontese c'è moderato ottimismo: "Il dato che da sei casi, oggi siamo fermi a tre, ci conforta. Però non si può abbassare la guardia perché le regioni vicine cominciano a registrare dei casi, non dimentichiamoci tutti i confini lunghi che abbiamo con loro", ha detto Cirio. 

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"Noi siamo partiti come era giusto partire con un atteggiamento molto duro. Credo che anche a livello nazionale avremmo dovuto fare così qualche settimana fa. Forse un po' di sottovalutazione del tema c'è stato. Noi non abbiamo voluto essere superficiali e abbiamo preso le misure più rigide che si potessero prendere perché è evidente che noi viviamo di interscambi di persone con la Lombardia. Mi auguro che la situazione possa rientrare e il fatto che i dati siano confermati ci fa ben sperare. Sento su di me il peso di garantire la salute dei piemonte e prima di tutto delle fasce più esposte. Il virus sotto il profilo della mortalità colpisce le persone deboli che sono i nostri anziani, abbiamo il dovere di metterli in sicurezza il più possibile", ha continuato Cirio. 

Il presidente della Regione Piemonte ha poi parlato del danno economico che rischiano le attività commerciali piemontesi: "Ho chiesto al presidente Conte di attivare da subito misure straordinarie per le attività commerciali, per l'economia, per gli alberghi della nostra regione", ha continuato Cirio che poi ha specificato che lui, vista la situazione in Piemonte che non è allarmante quanto in Lombardia, non ha ritenuto necessario adottare misure straordinarie come fatto in Lombardia: "Chiudere i bar dalle 18 di sera alle 6 del mattino e chiudere i negozi sarebbe stata una misura esagerata e sono contento che anche Zaia e Bonacini l'abbiano pensata come me. Sarebbe stato, oltre il rischio psicosi, anche un rischio economico grande". 

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