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Chiara Appendino si difende: «Non abbiamo nulla da nascondere. Bene le intercettazioni»

«Non abbiamo nulla da nascondere e abbiamo sempre agito per il bene della città. Sono tranquilla, riteniamo di aver agito correttamente e ci difenderemo» - Chiara Appendino, la Sindaca di Torino, affronta la stampa con il sorriso dipinto in volto. È serena nonostante l'avviso di chiusura indagini sul caso Reamo - un debito di cinque milioni di euro verso la società non incluso nel bilancio 2016 del Comune di Torino - e nonostante le intercettazioni che sono state pubblicate sui giornali questa mattina. 

Intercettazioni nelle quali la Sindaca definisce "matti" i revisori dei conti. Non solo, in un passaggio la prima cittadina parlando con l'assessore al Bilancio Sergio Rolando, anche lui destinatario dell'avviso di chiusura indagini, dice, parlando sempre dei revisori dei conti, "Vogliono farci morire". 

«Bene le intercettazioni» - è l'esordio della Sindaca, che poi continua - «Che ci fosse un rapporto teso con i revisori dei conti e differenti opinioni rispetto all'iscrizione a bilancio si sapeva e che il Comune fosse in grande difficoltà finanziaria non l'abbiamo mai nascosto, qualcun altro sosteneva che non fosse così. Stiamo gestendo enti in grandissima difficoltà e ci siamo assunti la responsabilità di farlo senza creare effetti traumatici sui cittadini. Per questo abbiamo anche fatto la scelta di non andare in pre-dissesto, perché abbiamo sempre messo davanti l'interesse della città anche rischiando io personalmente».

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