Lo sfogo di Alberto, aggredito e derubato sotto casa dagli spacciatori: "Sono 6 anni che denuncio"
Poi l'invito al sindaco Stefano Lo Russo: "Venga a prendersi un caffè a casa mia dalle 20"
"Questo non è un posto di movida e non è nemmeno un posto di mala movida; questo è un posto in cui sono sospese le più basilari regole della convivenza civile", a dirlo è un altro dei residenti di via Saluzzo angolo Berthollet.
Da anni, lui e gli altri residenti, sono costretti a convivere con risse, furti, aggressioni e spaccio, e nonostante le denunce e le continue segnalazioni nulla è mai cambiato. A sollevare definitivamente la questione è un altro residente di quel quartiere, si chiama Alberto Caneglias e sabato scorso, il 28 maggio, tornando a casa poco prima delle due di notte è stato vittima di un'aggressione a pochi metri dal portone della propria abitazione.
"Sindaco la invito a prendere un caffè a casa mia, ma non la mattina o il pomeriggio. Venga a vedere cosa succede qui dalle 20 di sera in poi", dice Alberto che poi ripercorre gli attimi di paura che ha vissuto durante l'aggressione: in due prima lo hanno accerchiato e preso a pugni, poi gli hanno strappato la collanina che portava al collo.
Alberto ha denunciato e grazie alla sua denuncia quella stessa notte uno dei responsabili è stato arrestato, ma il giorno dopo gli altri suoi aggressori erano al solito posto, sotto casa sua. Ogni giorno Alberto per tornare a casa deve passare da quell'angolo e deve incrociare gli sguardi di chi lo ha picchiato e derubato.
"La cosa sconvolgente è che la sera dopo il gruppo era posizionato nuovamente lì. Io ho paura a buttare l'immondizia e a uscire di casa; loro puntualmente a ogni passaggio ti toccano, ti propongono la droga. Mi sento ostaggio a casa mia, mi sono posto il problema di dover rinunciare ad andare in palestra o di rinunciare a uscire dopo le 20 di sera".
Su tutto però prevale l'amarezza perché Alberto sono sei anni che denuncia questa situazione: "Io vorrei sapere a chi devo dire grazie per il fatto di aver ricevuto un'aggressione davanti alla porta di casa, del fatto che non mi è stata garantita sicurezza".