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pietro

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Iscritto domenica, 22 gennaio 2012

Torino - Siap Polizia: sulla vertenza contrattuale nessun ricatto ma legittima protesta. -

Rispetto alle notizie fuorvianti, finalizzate a veicolare un messaggio sbagliato alla popolazione, è necessario mettere qualche punto fermo nella vertenza che ci vede contrapposti al Governo. E' l'apertura delle dcihiarazioni di Pietro Di Lorenzo segretario provinciale del SIAP, il sindacato dei poliziotti. Non abbiamo richiesto alcun aumento stipendiale attraverso il rinnovo dei contratti ma la rimozione del tetto salariale che è cosa ben diversa. Il tetto salariale è quella trappola per cui ciascuno non può guadagnare più di quanto guadagnava nel 2010. Cioè, in sintesi, se una persona è stata promossa, ha assunto nuove funzioni o ha maturato quelli che sono gli scatti di anzianità, verrà comunque retribuita come nelle mansione inferiore con tagli della retribuzione dell’ordine del 10-20%. Se è stata promossa due volte in cinque anni, verrà penalizzata due volte, se non è interessata da promozioni va esente da conseguenze. Nel nostro mondo le tempistiche e le procedure di promozione sono fissate dalla legge, non esiste alcuna contrattazione integrativa che le possa influenzare. E' bene specificare che il superamento del tetto salariale è previsto dal DEF di giugno (pag. 34 sez.II), non ce lo siamo certo inventato. Se non verrà rimosso vorrà dire che saranno state adottate scelte politiche diverse, destinando quelle risorse ad altri scopi; Dalle reazioni suscitate dal nostro annuncio di forte rivendicazione è evidente la contraddizione fra l’asserita volontà di premiare il merito e il permanere del tetto salariale, che penalizza i più meritevoli e quelli che lavorano di più. Nessun ricatto quindi da parte nostra ma è lotta, nonostante le notevoli limitazioni giuridiche a cui siamo sottoposti e nel caso dei militari l’assenza di reali tutele sociali, per i diritti del personale rappresentato. Noi restiamo in attesa di segnali concreti e rimaniamo fermi sulle posizioni espresse convinti che le giuste richieste e battaglie non sono ricatti.

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