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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Toro e Fondazione Fila, è già scontro. Lo scambio di accuse

Appena ricominciata la stagione granata, scoppia la polemica tra Cairo e la Fondazione del Nuovo Filadelfia

Scambi di accuse tramite comunicati ufficiali: il Torino e la Fondazione Filadelfia si scontrano ad appena un giorno dall’avvio della stagione granata.

Lunedì 10 luglio si è svolto il primo allenamento della squadra granata al nuovo Filadelfia, inaugurato poche settimane fa con una grande festa. Ma già martedì 11 luglio la società di Urbano Cairo e la fondazione che ha curato la ricostruzione del tempio granata sono arrivati a scambi di accuse sulla gestione dell’impianto, che lasciano prevedere a breve un possibile abbandono del Fila da parte della prima squadra allenata da Mihajlovic.

Cosa è successo tra Cairo e la Fondazione Filadelfia

Tutto è partito da alcune dichiarazioni di Cairo in occasione del raduno del Toro al Filadelfia di lunedì. “Mi costerà 500.000 euro in più rispetto alla Sisport, e non ho detto nulla” ha detto il presidente del Toro. “Ho accettato tutte le condizioni, si era passati dai 10 ai 20 anni. E poi le manutenzioni straordinarie: non si è mai visto che siano a carico di chi affitta. Mi era stato detto che era una condicio sine qua non, e ho accettato. Non è il Torino e non sono io ad aver messo impedimenti, cambiano continuamente le carte in tavola. E ho comprato un sacco di seggiolini: di fatto, quello che ha più investito sono stato io, e non mi sembra che prima di me siano stati comprati tanti seggiolini. Il Filadelfia è stato dismesso, poi demolito; quando sono arrivato nel 2005 avevo già detto che l’avrei voluto nuovamente. Rendiamoci conto che si sta tardando sul fatto di vendere o meno una bibita al Filadelfia. Mi sembra assurdo”.

Alle parole di Cairo ha risposto la Fondazione Stadio Filadelfia con una nota ufficiale pubblicata sul proprio sito, che replica punto per punto al presidente granata. Ecco il testo completo, in cui la Fondazione afferma di non essere “disposta a calare i pantaloni” e di ritenere inaccettabili le richieste avanzate da Cairo.

La Fondazione Stadio Filadelfia respinge e rinvia al mittente le inopportune ed inesatte dichiarazioni del Presidente Cairo in relazione al contratto di affitto del Filadelfia.

Non corrisponde infatti al vero che la Fondazione “cambi continuamente le carte in tavola” ma è bensì vero che a fronte di inaccettabili richieste del Torino F.C., la Fondazione non sia disposta a calare i pantaloni, anche e soprattutto perché si tratta di opera pubblica che soggiace a specifiche norme di legge.

Richieste inaccettabili che, una volta respinte, vengono regolarmente riproposte con modulazioni diverse ma sempre inaccettabili e di cui la Fondazione, se necessario, è disposta a dare evidenza.

Stupisce inoltre che il Torino F.C., fin dall’inizio partecipe alle deliberazioni della Fondazione, non si renda conto che proporre clausole contrattuali non consone con lo statuto (che ha contribuito ad approvare) richiede una serie di verifiche e deliberazioni lunghe e complesse.

E’ inoltre incredibile che si addossi alla Fondazione la responsabilità dei ritardi nella stipula del contratto quando trascorrono intere settimane per ricevere risposta dagli organi dirigenti del Torino F.C. su bozze discusse con i suoi delegati a trattare.

La Fondazione ha operato sempre con piena disponibilità nei confronti del Torino F.C., consentendo sempre libero accesso all’impianto in questi mesi per consentirne l’attrezzaggio (spogliatoi, magazzini, palestra, ecc.) e concedendo una temporanea (e gratuita) disponibilità del Filadelfia per l’inizio della preparazione per la stagione 2017/2018, iniziata ieri sul campo, soprattutto per rispettare le giuste attese della tifoseria. La Fondazione auspica che si concretizzi nei fatti la disponibilità del Torino F.C. dichiarata dal Presidente Cairo e si giunga in breve tempo alla conclusione di questo tormentato iter contrattuale.

A stretto giro è il Torino FC ad aver risposto con un comunicato stampa che punta a concludere in breve tempo “questo tormentato iter contrattuale”. In particolare la diatriba pare riguardare la creazione di un bar o punto di ristoro all’interno dell’impianto, su cui c’è il disaccordo della Fondazione.

Di seguito il testo completo del comunicato con cui il Toro si è rivolto alla Fondazione del Fila per ricomporre la frattura di questi giorni.

Il Comunicato Stampa della Fondazione Stadio Filadelfia non aiuta a risolvere le incomprensioni che si sono create relativamente al contratto di affitto del Filadelfia. Con spirito sereno e costruttivo, anche il Torino auspica che si concretizzi nei fatti la disponibilità della Fondazione al fine di giungere in breve tempo alla conclusione di questo tormentato iter contrattuale. E’ dunque fondamentale un reciproco sforzo di comprensione. Per dire: quali sono le inaccettabili richieste del Torino? Veniamo ai fatti, alle questioni concrete. Su richiesta della Fondazione è stata realizzata una perizia che valutava l’affitto del Filadelfia in 231.000 € con gli oneri di manutenzione straordinaria a carico della Fondazione, come del resto in tutti i contratti d’affitto. La Fondazione non ha voluto assumersi gli oneri di manutenzione straordinaria e ha chiesto che questi fossero posti in capo al Torino FC, cosa che noi abbiamo accettato. Chi ha creato dunque problemi in questo caso?

A ciò si sono aggiunte, da parte della Fondazione, tutta una serie di richieste che nulla hanno a che vedere con un contratto d’affitto, rallentando ulteriormente i tempi e un’intesa che noi per primi abbiamo tutto l’interesse di raggiungere. Ora l’ultimo, ennesimo scoglio è rappresentato da un punto di ristoro, nelle ore di apertura dell’impianto, a beneficio di chi verrà al Filadelfia per vedere gli allenamenti del Torino. Può una situazione di così elementare buonsenso essere considerata una pretesa di violazione dello Statuto? Lo spirito dello Statuto era che il Filadelfia non diventasse un centro commerciale, cosa che neppure noi vogliamo, non proibire di bere un caffè o una bibita. Soltanto con un esercizio di malafede si può vedere in ciò chissà quale operazione a scopo di lucro. Ha senso che questo gesto di attenzione debba richiedere “una serie di verifiche e deliberazioni lunghe e complesse”? Non è tempo di inutili e sterili polemiche, la nostra disponibilità resta amplissima così come è sempre avvenuto in questi mesi, che poi sono diventati anni, di lavoro e collaborazione comune. L’importante è che questo sia l’obiettivo di tutti.

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