E' avvenuto sotto gli occhi di milioni di telespettatori e oggi è stato motivo di discussione. Lo schiaffo che un tifoso della Juventus ha dato a Marco Di Vaio sta facendo parlare molto, a partire proprio dal capitano del Bologna: "Lo stadio è all'inglese, il pubblico - dice l'attaccante - ancora all'italiana. Bello uno stadio col pubblico così vicino: però bisogna garantire la sicurezza di tutti, spettatori e giocatori". Confessa di non essersi accorto di nulla, e nella realtà quando al 93' di Juve-Bologna si è acceso un parapiglia tra giocatori avversari sulla bandierina dell'area dei rossoblù, lo spettatore che si è sporto dalla balaustra lì a pochi centimetri dal terreno di gioco ha solo sfiorato con il manrovescio il giocatore del Bologna. Non c'é stato uno schiaffo, ma un tentativo che è andato a vuoto e ha dimostrato che il servizio d'ordine nel nuovo stadio "all'inglese" della Juve ha funzionato: è d'altra parte esattamente questa la posizione della Juve.

L'attenzione è stata posta nuovamente su quelle recinzioni tra il pubblico e il campo che i tifosi non vorrebbero, ma sembrano indispensabili. La Juventus non replica, ma ritiene che l'episodio abbia, al contrario, dimostrato proprio quanto il nuovo corso dello stadio "all'inglese", cioé senza recinzioni, abbia funzionato. Oltre al fatto che il ceffone non sia arrivato a destinazione - è il pensiero di corso Galileo Ferraris - si è registrata l'efficienza degli steward, che non solo erano presenti, ma sono intervenuti prontamente a garantire l'incolumità di tutti. La Juventus garantisce un numero di steward in linea con i parametri previsti dalla legge 41, applicata dal Ministero dell'Interno, in proporzione al tipo di stadio e al numero di spettatori: ne sono previsti uno ogni 250 persone e quindi per lo stadio di Torino sono complessivamente 170, ma ieri erano presenti, complessivamente, 480 unità.

(ANSA)