Morto Angelo Caroli, l'ex calciatore della Juve che divenne giornalista e poeta
Domani i funerali
È morto a Torino, all'età di 83 anni, Angelo Caroli, ex calciatore della Juventus che dopo la fine della sua carriera sul campo divenne un apprezzato giornalista sportivo, e anche un poeta negli ultimi anni della sua vita. Da un paio d'anni Caroli soffriva di una malattia neurologica degenerativa.
Angelo Caroli era nato a L'Aquila nel 1937. Da ragazzino era anche stato campione nazionale di terza categoria nel salto in alto, oltre che un calciatore nella sua città natia. Prima come stopper - come si diceva all'epoca - e poi casualmente come attaccante, per sostituire il centravanti titolare infortunato.
Nel nuovo ruolo fu notato dalla Juve, e il destino lo aiutò perché tutta la famiglia si trasferì a Torino per il lavoro del padre. Si iscrisse al liceo D'Azeglio - quello dove la Juve è stata fondata - e venne ingaggiato dal club bianconero.
Era la stagione 1955-56, la squadra era in una fase di transizione, con tanti giovani come lui allenati da Sandro Puppo (i "puppanti" venivano chiamati). All'esordio a Bologna, Caroli segnò il gol che valse alla sua squadra una vittoria in trasferta che mancava da quasi due anni. E il giorno dopo, a scuola, Caroli si presentò regolarmente per il compito in classe di greco.
Quello rimase il suo unico gol in bianconero. Dopo due stagioni con alti e bassi venne mandato a farsi le ossa prima al Catania e alla Lucchese in B (dove un osso della gamba se lo ruppe, perdendo gran parte della stagione) e poi al Pordenone in Serie C.
Ritornò nel 1960 alla Juve, nel suo nuovo ruolo di terzino destro, e si tolse anche la soddisfazione di contribuire allo scudetto con un assist a Sivori nel derby col Toro. Collezionò poche presenze, fu ceduto di nuovo in B al Lecco, ma a 27 anni si ritirò dal calcio giocato.
Lasciò la facoltà di Giurisprudenza per iscriversi all'Isef, dove si laureò, e per poco fu pure insegnante di educazione fisica. Poi la sua seconda carrierà, quella del giornalista sportivo. Iniziò a Tuttosport, quindi Stampa Sera e Stampa. Caroli conosceva bene il calcio e lo sapeva raccontare divinamente.
Seguì la Juve e la Nazionale in molte trasferte internazionali, perdendo per motivi di salute proprio il mondiale vinto nell'82 ma non la tragica coppa Campioni dell'Heysel e la Coppa Intercontinentale di Tokyo.
Dopo il ritiro anche dalla sua seconda carriera, non smise di scrivere, pubblicando poesie, racconti e libri, anche sulla sua amata Juventus, oltre a diventare vice presidente del Circolo della Stampa Sporting. Poi negli ultimi anni la malattia che lo ha inesorabilmente condotto alla morte, nella città che lo ha adottato.
I funerali di Angelo Caroli si terranno domani, giovedì 19 novembre, alle ore 11 nella chiesa del Pilonetto, in piazza Zara.