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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Juventus, Conte il 'guru': calma, pazienza e umiltà

Umili come una piccola e consapevoli come una grande: sembra facile, a dirlo, essere o poter diventare così, ma la formuletta coniata da Antonio Conte per riportare stabilmente in alto la Juventus non è che questa

Antonio Conte ha preso, e sta prendendo, sempre più in mano la Juventus. Il tecnico pugliese è umile e predica calma. L'obiettivo è uno: trasferire il suo Dna alla squadra. Si libera dei "troppi elogi" di questi giorni con il gesto infastidito di chi scaccia una mosca noiosa. Conte "allontana" il Napoli definendolo perché troppo avanti e insiste sullo spirito da provinciale che ha consentito alla squadra di vincere due partite che lo scorso anno probabilmente avrebbe perso. Umiltà si ma atteggiamento chiaro, imporre il proprio gioco sempre."La voglia di fare punti possibilmente attraverso il gioco, sicuramente c'è - garantisce il tecnico della Juve - ma teniamo i piedi per terra: siamo solo alla seconda e non si possono già ribaltare le graduatorie. Adesso, di colpo, siamo la miglior squadra del campionato e abbiamo vinto l'oscar del mercato. E alla prima partita storta, rischiano di ribaltarsi anche i giudizi. I tifosi juventini sono già stati illusi troppe volte in passato. La squadra del giorno è il Napoli, ma io già prima del campionato lo avevo pronosticato protagonista perchè ha un impianto di gioco e una identità, ottimi giocatori e si è rafforzato. È davanti a noi di un anno e mezzo di lavoro d'insieme in più". Alle porte c'è il Bologna, zero punti con Conte che lo avrebbe preferito a Torino con qualche punto in più: "Partita facile? Un cavolo, non esistono. Guardate solo la qualità di molti giocatori avversari. E poi cambiano di continuo assetto tattico e non danno punti di riferimento". A proposito, Vidal, uno degli acquisti più importanti, continuerà a partire dalla panchina. "È un ottimo giocatore, che fino a oggi ci ha sempre dato una mano importante con il suo cambio di ritmo e intensità. Ma io devo fare le mie scelte. A centrocampo i due posti centrali sono occupati da Pirlo e Marchisio, mica da due qualunque. Pazienza è preziosissimo, ma sta zitto e va in panchina o tribuna. Chi dice che Vidal non è adatto al mio tipo di gioco ragiona da provinciale. Le mie scelte la faccio senza guardare in faccia nessuno". La personalità non manca certo a questo giovane allenatore, che comunque non si chiude nemmeno quando si parla dei suoi lati più intimi, come quel santino che bacia prima di ogni partita: "Sono molto religioso", si limita a spiegare con un sorriso umile come vorrebbe vedere la propria squadra sul campo. Quando gli si ricorda la partenza disastrosa di Del Neri, ricorda: "Due anni fa avevamo fatto due vittorie su due e poi siamo finiti settimi lo stesso. Certo, siamo ben allenati a ripeterci, ma c'è anche l'avversario. Il Parma domenica ha risposto a chi diceva che con noi è stato troppo arrendevole".

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