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Claudio Pizzigallo

Giornalista

Quanto c'è di torinese (e di juventino) nel trionfo dell'Italia agli Europei

Ancora decisivi i bianconeri, Belotti stavolta sbaglia

Può sembrare un'esagerazione, ma per certi aspetti la vittoria dell'Italia agli Europei è persino più bella di quella ai mondiali del 2006. 

Perché veniamo da un anno e mezzo di sofferenze, lockdown, morti, terapie intensive piene, nonni a lungo separati dai nipoti, e abbiamo vinto la prima competizione internazionale rimandata di un anno, con il paradosso di Euro 2020 che si è giocato nel 2021. Ma questo, in realtà, vale per tutti, anche per gli inglesi che non se la sono certo passata bene. 

Però vincere a Wembley, in uno stadio pieno di maglie bianche, è una sensazione senza eguali. Gli inglesi erano convinti di avere già vinto: nei giorni prima della partita, quando il loro "it's coming home" ci sembrava, a noi popolo di scaramantici, un incredibile atto di arroganza; poco prima del match, quando alcuni "tifosi" hanno dato fuoco a una bandiera italiana; e pure durante l'inno di Mameli, coperto dai fischi dei sostenitori avversari. 

Alla fine abbiamo vinto noi. Noi che tre anni fa guardavamo i mondiali degli altri, dopo la triste eliminazione contro la Svezia nei playoff di qualificazione. E che oggi possiamo guardare tutti dall'alto in basso, dal tetto d'Europa, quell'Europa da cui il Regno Unito è voluto uscire, e con la "Brexit calcistica" che porta la nostra firma. 

Alla fine abbiamo vinto noi. E, diciamolo, c'è molto di torinese in questo successo. Dopo una semifinale vinta grazie ai 3 rigori segnati da Belotti, Bernardeschi e Bonucci - dopo il gol di Chiesa - abbiamo portato la coppa a casa al termine di un match dominato dagli azzurri, in particolare dalla nostra difesa, dal nostro muro formato dai bianconeri Chiellini e Bonucci: il primo, attualmente svincolato (Juve, rinnova subito il contratto a Re Giorgio), ha annichilito Kane, mostrandogli cosa significa lottare con le unghie e con i denti; il secondo, poi, ha segnato il gol del meritato pareggio e si è confermato dal dischetto.

Così come Bernardeschi, che è stato decisivo con i suoi due rigori, dopo anni di sofferenza in bianconero. E pazienza se il Gallo Belotti stavolta ha fallito il tiro dagli undici metri, ci ha pensato Gigio Donnarumma a regalarci questo trionfo, per poi ripetere, davanti ai microfoni, che il suo mito è ancora e sempre Gigi Buffon. 

Quindici anni fa, a Berlino, solo Del Piero portò un po' di torinesità nella vittoria ai rigori. Ieri sera, tre tiratori su cinque hanno casa all'ombra della Mole. Ed è impossibile, anche per i tifosi granata più accaniti, non esultare guardando il video di Bonucci che, prima della premiazione, ha guardato i 58.000 tifosi inglesi che lasciavano lo stadio e ha consigliato loro di "mangiare ancora tanta pastasciutta" se vogliono battere l'Italia.

Ecco, se c'è una dedica speciale che va fatta in questo momento, è per tutti gli italiani che vivono all'estero, in particolare Oltremanica. Troppo spesso sbeffeggiati, derisi, presi di mira e pure costretti a lasciare la Gran Bretagna del dopo-Brexit. Che siano tifosi della Juve, del Toro o di qualunque altra squadra, questa vittoria così torinese è per loro. È per tutti noi, italiani sparsi per il mondo, che ieri sera abbiamo realizzato il nostro sogno azzurro. Grazie ragazzi!

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