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Tanti ex tra Juve e Napoli: da Zoff a Ferrara passando per Cannavaro

Fabio Quagliarella è l'utlimo dei tanti giocatori, allenatori e dirigenti che hanno indossato sia i colori bianconeri che i colori azzurri

Zoff in porta, Ferrara, Cannavaro e Corradini a presidio della difesa, un centrocampo con Mauro, Blasi, Corini e Di Canio, in attacco Fonseca, Altafini e Sivori, con possibilità di utilizzare tra gli altri Damiani, Quagliarella o un campionissimo degli anni 30, Vojak. In panchina una commissione tecnica che comprende Marcello Lippi, Claudio Ranieri e Rino Marchesi.

È questo il superteam ideale dei doppi ex di Juventus e Napoli, le due candidate allo scudetto che si affrontano nel primo test sabato a Torino e che raccontano una storia di forte rivalità ma anche di interscambio fruttifero. L'esercito dei dirottati sulla superstrada Torino-Napoli infatti comprende i due capitani degli ultimi titoli mondiali, Dino Zoff e Fabio Cannavaro, il tecnico iridato Marcello Lippi e due Palloni d'Oro (oltre a Cannavaro anche Omar Sivori).

Dino Zoff compie il tragitto Sud - Nord passando a Napoli cinque anni dal 1967 al 1972 prima di spiccare il salto, vincere tutto con la Juve e chiudere la carriera con il titolo mondiale a Madrid. Più tortuoso il giro di Fabio Cannavaro, napoletano doc, che si fa le ossa nella sua squadra e arriva alla Juve negli anni di calciopoli dopo le esperienze nel Parma e nell'Inter, poi alza la Coppa a Berlino e conquista il Pallone d'Oro. Carriera simile, con qualche anno di anticipo, per Ciro Ferrara, una vita professionalmente a metà tra le due squadre: protagonista dello scudetto con Maradona, a Torino 5 scudetti e una Champions, poi ritorno poco felice come allenatore. 
 
Omar Sivori spende il fulcro della sua carriera alla Juve (8 stagioni, tre scudetti, 134 gol e un Pallone d'oro, record di sei gol in un gara), poi 4 anni a Napoli col secondo posto nel '68. Geniale e irascibile, chiude con un'espulsione e una lunga squalifica giocando proprio contro la Juve. Insieme a lui negli anni d'oro napoletani Jose Altafini, che fa il percorso opposto: 7 anni e 71 gol in Campania e i 4 finali a Torino con la rete che toglie ai napoletani una fetta di scudetto nel 1975 e che gli vale la condanna a 'core 'ngratò. Alle sorgenti del calcio doppia maglia anche per Mario Vojak, attaccante sopraffino che con la Juve regala due triplette al Napoli, poi con la maglia azzurra segna 102 gol, più di Maradona, e per Marcello Mihalich, mezzala sinistra fiumana. 
 
E poi il doppio passaggio di tanti altri giocatori di fama: Massimo Mauro dopo avere spalleggiato Zico all'Udinese gioca prima con Platini e poi con Maradona conquistando uno scudetto con ciascuno; Paolo di Canio, solita direzione Napoli-Juventus, ma senza lasciare traccia se non un gol da leggenda con i partenopei al Milan; Quagliarella gioca tuttora alla Juve dopo un passaggio un pò tormentato al Napoli; tre parentesi in bianconero e una in azzurro senza sfondare per Marcelo Zalayeta, mentre l'altro uruguaiano Daniel Fonseca fa il tragitto opposto passando per la Roma ma a Napoli realizza il record di 5 reti nella gara col Valencia di Coppa Uefa. Agli albori di una lunga carriera da regista Corini si segnala più con la Juve che col Napoli, anche se si realizzerà nella maturità con Chievo e Palermo. 
 
Attimi felici soprattutto in bianconero per Michele Padovano, autore di un gol su rigore nella finale Champions vinta con l'Ajax prima dei guai giudiziari per maxitraffico di droga. E poi ancora Corradini, Blasi, Pecchia, Baccin, Fusi, Ametrano, Nicola Amoruso e Gedeone Carmignani, arrivato a Napoli nell'operazione che porta Zoff in bianconero. Molto movimento tra i due club anche in panchina: Marcello Lippi si fa le ossa un anno a Napoli, poi in due riprese alla Juventus vince cinque scudetti, tante coppe tra due la Champions (perdendo altre tre finali) fino all'epopea azzurra a Berlino. 
 
Claudio Ranieri passa un biennio a inizio carriera a Napoli e un altro a Torino nella maturità col medesimo risultato: Europa il primo anno, esonero il secondo. Rino Marchesi ottiene un terzo posto col Napoli nel 1981 e accoglie l'arrivo di Maradona mentre alla Juve ottiene un secondo posto nel 1987 gestendo il crepuscolo di Platini. In entrambe le società, vincendo molto, lavora come direttore generale Luciano Moggi prima di essere travolto da calciopoli. 

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