rotate-mobile
Calcio

Terremoto Juventus, la "Vecchia Signora" cosa rischia? Dalla multa ai punti di penalizzazione e fino alla retrocessione

Dimissioni dei dirigenti per evitare l'arresto?

In queste ultime ore, dopo il terremoto in casa Juventus, con le dimissioni di tutto il consiglio di amministrazione, si torna a parlare di inchieste giudiziarie sempre sul caso plusvalenze.

Con due rami differenti: uno della giustizia ordinaria, un altro della giustizia sportiva. E, nonostante in quella sportiva la dirigenza bianconera dimissionaria venne prosciolta da ogni accusa nell'aprile scorso. 

Ora, però, dopo l'inchiesta della Procura di Torino, la Procura della FIGC ha deciso di tornare ad indagare sui bianconeri. In particolar modo sulla questione degli stipendi nell'anno della stagione caratterizzata dal Covid, ovvero la 2019-2020.

I fatti dell'epoca parlavano della società guidata da Andrea Agnelli che, per cercare di evitare il default, aveva tentato la strada dei tagli degli stipendi a tutti i giocatori della prima squadra. Di quattro mensilità, per la precisione. Un fatto che venne comunicato alla Figc. 

Ma la Federazione Italiana Giuoco Calcio non seppe del "lato B" di questa vicenda, ovvero quello degli accordi privati con gli stessi giocatori - Ronaldo in testa - dove quegli stessi soldi sarebbero stati ridati ai calciatori sotto forma di premi fedeltà. O di buonuscita, in caso di cessione. 

Cosa rischia ora la Juventus?

"La società che, mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi ovvero mediante qualsiasi altra attività illecita o elusiva, tenta di ottenere od ottenga l'iscrizione a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa sulla base delle disposizioni vigenti, è punita con una delle sanzioni previste dall’art. 8, comma 1, lettere g), h), i), l)".

Questo recita il comma 2 dell'articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva, che al comma 3, invece, parla di una possibile sanzione pecuniaria o di punti di penalizzazione:  "La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l'ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica". 

I punti di penalizzazione sarebbero scontati nel campionato attuale e anche in quella successiva. La Juve potrebbe rischiare anche la retrocessione all'ultimo posto in classifica del campionato di serie A e la retrocessione in serie B e la mancata assegnazione degli eventuali trofei vinti in stagione a livello italiano (al momento è in corsa solo per la Coppa Italia).

Se quanto fatto dalla Juventus non avesse inciso sull'iscrizione al campionato, ecco che scatterebbe una sanzione pecuniaria per una cifra che fluttua tra uno e tre volte l'ammontare dell'illecito, oltre all'inibizione dei dirigenti coinvolti.

A breve il rinvio a giudizio della dirigenza: le dimissioni una "mossa"?

Le accuse mosse dai magistrati Ciro Santoriello, Mario Bendoni e Marco Gianoglio della procura di Torino sono quelle di false comunicazioni e falso in bilancio per l'alterazione di tre bilanci societari (2018, 2019 e 2020) dove mancherebbero 204 milioni di euro di perdite e un movimento patrimoniale netto di 450 milioni di euro.

Accuse che partono dalle contestazioni mosse alla Juventus da parte della Consob, la "Commissione Nazionale per le Società e la Borsa", che parla di alterazione del patrimonio netto - tra il 2020 e 2022 - per 177,3 milioni di euro e utili cumulati mediante artifici contabili per 27 milioni di euro. 

Le nuove carte, però, parlerebbero di altri debiti. Come quei 7 milioni di euro destinati all'Atalanta, come confermato dal direttore sportivo Federico Cherubini davanti ai pm e, di riflesso, confermati dall'amministratore delegato Maurizio Arrivabene in una intercettazione.

E poi ci sono i famosi 19 milioni di euro di "CR7" e che ora, a distanza di due stagioni, Cristiano Ronaldo sarebbe intenzionato a chiedere indietro.

Ombre anche sulla plusvalenza da 8 milioni di euro di Alberto Cerri, attaccante in orbita Juve che venne venduto al Cagliari, e di una lettera collaterale d'intenti dove sarebbe stata pattuita una opzione di "recompra", ovvero di riacquisto.

Ovvero quelle operazioni che i revisori dei conti bianconeri hanno già spiegato di non conoscere.

Ma perchè i dirigenti bianconeri si sono dimessi prima di approvare il bilancio? Ci sono voci contrastanti in merito a questa decisione. La più forte è quella che parla di una "mossa" per scongiurare gli arresti e le interdizioni. Perché un bilancio approvato da quegli attori protagonisti per i giudici, sostanzialmente, sarebbe stato come ammettere le colpe, reiterando un reato. Anche perché uno dei reati, per gli inquirenti, sarebbe stato commesso solamente sei mesi fa. Ovvero nel bilancio in fase di approvazione.

Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Terremoto Juventus, la "Vecchia Signora" cosa rischia? Dalla multa ai punti di penalizzazione e fino alla retrocessione

TorinoToday è in caricamento