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Il "Comitato Difesa del Toro" attacca Cairo: "Vogliamo una presidenza capace, per tornare ad essere una società seria"

Torna la contestazione al patron granata

Il "Comitato Difesa del Toro" torna all'attacco contro il patron Urbano Cairo

E lo fa riepilogando tutto quello che non va dell'attuale gestione societaria. Ovvero di quanto successo nel corso di questi quasi 17 anni.

"Non possiamo più ritenere accettabile la totale mancanza di ambizioni sportive, di organizzazione e di programmazione; il disinteresse totale per la nostra leggendario storia, con il Museo del Grande Torino gestito da volontari e relegato a Grugliasco; il disinteresse totale per il completamento del Filadelfia, fermo a 5 anni dall'inaugurazione del primo dei tre lotti previsti e sua totale inaccessibilità ai tifosi; il disinteresse totale per uno stadio di proprietà o anche solo per rendere più “granata”e funzionale lo stadio Grande Torino; il centro per le giovanili “Robaldo” rimasto sulla carta dopo l'aggiudicazione della concessione, avvenuta nel marzo del 2016, ovvero 6 anni fa; il settore giovanile confinato in campetti di periferia e senza neanche uno stadio a disposizione a Torino per le partite della Primavera; la sede sociale in un triste ed inutilizzato trilocale in affitto, con unico reale centro direzionale a Milano; i trofei dell'AC Torino scomparsi, probabilmente accatastati in un magazzino milanese; il costante ridimensionamento del numero di tifosi; nessun presidio e legame con la Città di Torino", si legge nel lungo comunicato diffuso nel pomeriggio. 

E il Comitato va oltre: "Un quadro globale indecente, sconfortante, inconcepibile per qualsiasi società calcistica. I tifosi granata esigono rispetto e non umiliazioni, correttezza e non menzogne, capacità imprenditoriali e passione. Non meritano questo pressapochismo, questa malagestione, questo distacco sempre più profondo fra la società ed i suoi tifosi. Non meritano di essere portati all'oblio".

Di qui la richiesta di una "presidenza seria e capace, in grado di riportare il Toro allo stato che gli compete, rispettosa dei tifosi e della leggendaria storia societaria. E già fin d'ora dichiarano che saranno parte vigile ed attiva, nel caso che una futura compagine societaria non si attenga ai requisiti di serietà e rispetto, di tutela del marchio, di programmazione ed ambizioni sportive, come invece è purtroppo successo in questi lunghissimi anni di agonia".

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