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Torino: l’acqua è cara, ma almeno non si disperde fuori dai tubi

Le famiglie residenti nel capoluogo piemontese spendono per il servizio idrico 288 euro. Un po' meno della media nazionale. Lo spreco di acqua invece è diminuito

Per quel che riguarda la dispersione della rete idrica, pari al 33%  nel resto d'Italia, a Torino si sperpera il 22% dell'acqua immessa nelle tubature. A dirlo una ricerca di Cittadinanzattiva dell’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva sui costi del servizio idrico.
L’acqua e il suo poco efficiente utilizzo. Le rete idriche e le fuoriuscite dai tubi, meglio dette sprechi. Qual è la situazione italiana? Quel che viene fuori è un’Italia che deve migliorare

Puntando i riflettori sul Piemonte, si scopre che una famiglia, nella regione, spende in media per l’acqua 297euro l’anno, un po’ meno dei 310 del resto del Paese, ma le differenze provinciali ci sono: si va dal minimo di Cuneo, con 236 euro, sebbene sia la provincia in cui si è registrato il maggior incremento rispetto al 2007 (+53,2%), ai 370 di Biella, passando per i 275 euro di Novara, 278 di Alessandria, 283,50 di Verbania, 288 di Torino, 324 di Asti, 329 di Vercelli. Non si disperde, invece, molta acqua, almeno in confronto al resto d’Italia: si parla di un 25% rispetto al 33%.

La situazione a Torino era appena un po’ migliore nel 2011, quando le famiglie sborsavano 268euro: si è registrato nel 2012 un incremento del 7,5%.  Rispetto al 2007 invece, la situazione è peggiorata: sei anni fa la spesa era 206 euro,  ossia un 39,8% in meno.
Per quel che riguarda la dispersione della rete idrica, pari al 33%  nel resto d’Italia, a Torino si sperpera il 22% dell’acqua immessa nelle tubature. Leggermente migliorata, quindi l’efficienza, rispetto al 24% registrato nel 2007.

L’indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all’anno 2012 e l’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori).

I dati diffusi dall’annuale indagine dell’Osservatorio di Cittadinanzattiva sono in netto contrasto con il problema della scarsità di acqua.  In Italia, come negli altri Paesi europei e nordamericani, la maggior parte dei cittadini (con le eccezioni del caso) ritiene l’approvvigionamento idrico un fatto semplice e scontato.

Eppure basti pensare che nel Bel Paese per gli usi domestici si consumano circa 220 litri d’acqua per abitante al giorno e il consumo complessivo è di circa 2800 litri al giorno pro capite. (Fonte: Zanichelli 2010) Più spreconi di noi sono solo gli Stati Uniti d’America. Ci sono poi il settore industriale, che utilizza circa il 25%, e l’agricoltura il 60% dell’acqua totale prelevata.

I dati del dossier sono riferiti a una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%. Le famiglie italiane sostengono quindi in media una spesa di 310 euro ed è il centro la zona dove i rincari sono stati maggiori con un +47,1% rispetto al 2007, seguita dal nord +32,1% e il sud 23,8%. Sarà forse il caso in cui una maggiore consapevolezza del problema, nazionale prima, e globale poi potrebbe dar luogo a singoli comportamenti virtuosi che invoglino le amministrazioni a cercare e  mettere in atto soluzioni efficaci ed efficienti?

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