Legambiente, bandiera nera al Piemonte
Il Piemonte ottiene due bandiere nere da Legambiente. La prima va alla Regione Piemonte «per l'assenza di politiche volte alla tutela, regolamentazione e valorizzazione della montagna»
Gioielli del nostro territorio, le Alpi sono le barriere naturali del nostro Paese ma anche crocevia di popoli. Queste nel tempo hanno incantato e tolto il respiro. E ancora continuano a farlo. Sono una delle catene montuose più alte e più estese del mondo dove vivono più di 14 milioni di persone. Questo non li rende del certo immuni agli effetti dei cambiamenti climatici e dell’urbanizzazione. E proprio queste problematiche rendono più evidente il ruolo che la montagna svolge o potrebbe svolgere negli equilibri ecologici di un territorio. Sono quindi un patrimonio da difendere e da valorizzare. Purtroppo sono troppo spesso oggetto di una cattiva gestione del territorio e di abusi edilizi. A denunciare proprio questo è Legambiente attraverso La Carovana delle Alpi. Attraverso tutte le denunce segnalate dai suoi circoli locali, da 13 anni l’Associazione stila un dossier con tutti i casi di mala gestione più importanti a cui vengono assegnate le bandiere nere. Ma non solo: da qualche anno Legambiente ha voluto dare spazio anche alle azioni virtuose con lo scopo di sensibilizzare gli altri amministratori. A queste buone pratiche vengono assegnate le bandiere verdi.
«Quest’anno sono undici le bandiere nere che l’associazione ambientalista dà ai nemici della montagna, per i danni causati al territorio da amministrazioni e società» si legge nel comunicato dell’Associazione. Delle 11 bandiere nere, 3 sono state assegnate rispettivamente in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia, 2 in Piemonte, una rispettivamente in Veneto, Trentino e Valle D’Aosta. «Undici storie di “pirati” delle Alpi che hanno in comune una visione distorta della valorizzazione turistica del territorio, favorendo così una selvaggia speculazione» viene affermato nel Dossier. Ma anche quest’anno non mancano le buone pratiche ecosostenibili: sono state infatti assegnate sette le bandiere verdi in Friuli Venezia Giulia (2), Veneto (1), Trentino (1), Lombardia (1), Piemonte (1) e Valle d’Aosta (1).
Una delle bandiere nere piemontesi va alla Regione Piemonte. «Per l’assenza di politiche volte alla tutela, regolamentazione e valorizzazione della montagna». Queste sono le motivazioni annoverate da Legambiente. Come si legge nel dossier, il contesto alpino piemontese è uno degli ecosistemi più fragili che ci sono. Proprio per questo necessitano di cure e attenzioni particolari. Attenzioni che in moltissimi casi viene trascurato di dare. «La trascuratezza, si legge nel dossier, o per meglio dire l’inesistenza di politiche strategiche innovative abbraccia numerosi ambiti, tutti determinanti per la sostenibilità del sistema montagna». Tra questi ambiti un occhio di riguardo va alla fauna alpina, in questi anni in forte declino a causa delle tantissime attività dell’uomo che hanno modificato il loro habitat.
Altra questione è quella che riguarda i parchi regionali: «la difficile situazione in cui versano i parchi regionali a seguito delle modifiche al testo unico sulle aree protette, viene specificato nel dossier, è ancor più evidente nel contesto alpino laddove ambiente incontaminato e particolarità territoriali andrebbero valorizzate e salvaguardate proprio tramite le azioni delle aree protette. Purtroppo gli Enti parco, oggi in ginocchio, rischiano di non poter più attuare la loro importante missione». È di fondamentale importanza quindi che la Regione faccia immediatamente qualche cosa.
Altro tasto dolente è quello che riguarda i fiumi e gli ambienti acquatici: la legge regionale 37/2006 sulla tutela degli ambienti acquatici e dell’ittiofauna sta perdendo sempre più di efficacia a causa dell’eliminazione dell’articolo concernente il danno ambientale. Inoltre, l’emanazione del piano ittico regionale (PIR), strumento indispensabile per la tutela della biodiversità, è stata bloccata, ottenendo in questo modo che i fiumi e tutto il loro ecosistema fossero sempre meno salvaguardati.
Infine, altro punto fondamentale è quello dei sentieri e le mulattiere. Su queste strade passano indistintamente uomini, animali e automobili. Questi ultimi vanno ad impattare profondamente sull’ambiente e ancora non ci sono regolamenti che ne vietano il passaggio.