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Capitale italiana della cultura 2025: un’occasione per Padova

Identità, arte, innovazione e rigenerazione urbana: la città lancia il suo cantiere della cultura

A luglio 2021 l’Unesco ha premiato la città di Padova per “i cicli di affreschi del XIV secolo”. Il riconoscimento (il secondo dopo quello conferito all’Orto Botanico nel 1997) ha decretato l’importanza dei capolavori della Padova trecentesca, un patrimonio di otto monumenti, tutti nel centro storico, a testimonianza del fervore culturale, intellettuale e scientifico dell’epoca e l’apertura di una nuova era nell’arte.

Riscoperta la vocazione di grande città d’arte europea, e forte del percorso di rivalutazione e rigenerazione del proprio territorio e della propria identità, Padova lancia oggi la sua candidatura a Capitale italiana della cultura per il 2025. Una grande occasione che potrebbe avere notevoli ricadute tanto sul turismo (e sui servizi) quanto sullo sviluppo della città.

Rinascita culturale e rigenerazione urbana

La storia artistica del Trecento, da Giotto ad Altichiero, ha permesso di rinsaldare l’identità patavina, muovendo verso una vera e propria rinascita culturale che lentamente punta a riplasmare la città. Come ha dichiarato il Sindaco Sergio Giordani: “Padova è una città di una straordinaria vivacità, un mosaico di realtà culturali che tutte assieme compongono un bellissimo quadro. Questo percorso di candidatura può essere una preziosa e ulteriore occasione per costruire assieme un vero e proprio cantiere che le veda protagoniste assieme a tutte le Istituzioni”.

Padova, il cantiere della cultura” è la formula che esprime la sua candidatura. Poche volte nella storia, infatti, la città veneta è stata coinvolta in un così ampio processo di rimodulazione. Gli unici paralleli sono quelli con il periodo tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, con la restaurazione del Palazzo della Ragione, la realizzazione della Cappella degli Scrovegni, oppure con cantieri della Padova Carrarese, con la Reggia di Piazza Capitaniato, la Chiesa dei Servi, il Castello Carrarese, l’Oratorio di San Giorgio, l’Oratorio di San Michele, il Battistero trasformato in Mausoleo della Signoria.

Padova come laboratorio sperimentale

Oggi c’è la forte consapevolezza di come il territorio sia attualmente un vero e proprio laboratorio sperimentale. Sono molti, per esempio, i cantieri dedicati ai beni storico-artistici della città: dal restauro della Torre degli Anziani a quello delle statue di Prato della Valle; dalla realizzazione della cittadella della Scienza all’interno dell’ex Macello ai cantieri della Padova sotterranea; dai restauri dei cicli affrescati all’aperto ai cantieri dell’Università.

Così come non mancano gli spazi di creatività urbana, a denotare lo stretto rapporto tra istituzioni, associazioni e imprenditori locali, che nel tempo hanno prodotto importanti realtà come la Biennale della Street Art, il Padova Jazz Festival, il Premio Galileo e la settimana della Scienza, il Festival internazionale della Fotografia e tanti altri circuiti.

Oggi continua, dunque, questo filo ideale che tiene insieme tradizione e innovazione, il quale vede la cooperazione delle realtà culturali e associative, la collaborazione dell’Ateneo universitario e le istituzioni.

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