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Willie Peyote 'show': la sfilza di polemiche e attacchi sferrati durante e dopo Sanremo

L'ultima 'vittima' è Barbara d'Urso

Un buon sesto posto in classifica e il Premio della Critica. Willie Peyote ha disputato un ottimo Festival di Sanremo. Non si è limitato, però, a far parlare di sè solo per le performance sul palco. Ha voluto vincere il premio della Critica anche nei confronti dei colleghi e degli addetti ai lavori.

Spiegando il significato della sua ‘Mai dire mai’ (la Locura) aveva detto: "L’obiettivo della musica che faccio - ha dichiarato - è sempre quello di cercare di sviluppare una discussione intorno alle cose che dico. La canzone non è una sfilza di insulti e frecciatine che ho lanciato ai miei colleghi, è un discorso sulla musica, su come la percepiamo e la viviamo, anche all’interno di noi addetti ai lavori".

Chi è Willie Peyote, il cantante torinese (e del Toro) che parteciperà a Sanremo 2021
 

Le sferzate a Renga, Aiello e Meta

Le polemiche e gli attacchi gratuiti verso i colleghi non sono mancati durante la settimana sanremese. Willie Peyote su Twitch ha attaccato Ermal per la sua scelta di cantare Caruso nella serata delle cover il 4 marzo. Una scelta giudicata ruffiana. Peccato che il cantante di ‘Un milione di cose da dirti’ non sapesse a priori la data in cui si sarebbe esibito, quando scelse la cover. 

Su Meta ha aggiunto: “Secondariamente, lui canta molto bene, ma Annalisa a confronto è un vulcano in eruzione”. Il cantante ha replicato su Twitter con grande classe: Caro Willie Peyote voglio farti un dispetto e dirti quello che penso. Penso che tu sia bravo. Ieri eravamo a due metri di distanza nei camerini e se mi avessi detto di persona queste parole, saresti stato il coraggioso che appari sul palco. Buona fortuna e buona musica”.

Gli attacchi

Davvero pesante è stato l’attacco nei confronti di Francesco Renga: "Era uno dei rappresentanti della bella vocalità italiana, ma questa sera ha cagato sul microfono, ti dico solo che sembrava Aiello".

Ambra Angiolini, per difendere l’ex compagno, non le ha mandate a dire e ha replicato: "Quello che esce dalla sua bocca è l'unica cosa che puzza".  

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L’ultima vittima di Willie Peyote è stata Barbara d’Urso. La conduttrice televisiva, come milioni di spettatori che sabato hanno seguito il Festival, aveva i suoi artisti preferiti e li ha condivisi su Instagram. Nella lista c'erano Malika Ayane, Arisa, i Coma Cose e Willie Peyote.

Meno polemiche

Nella sua Stories pro Peyote, Barbara d'Urso aveva modificato il ritornello. Peyote canta “Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype, Non si vendono più i dischi tanto, c’è Spotify, Riapriamo gli stadi, ma non teatri, né live Magari faccio due palleggi, mai dire mai”.

La D’Urso, forse commettendo una gaffe, più probabilmente di proposito, giusto per inserire a fini promozionali l’hashtag #noneladurso, trasmissione che conduce, ha modificato il ritornello in “Siamo schiavi dell’live”.

Willie Peyote non ha accettato il supporto della conduttrice di Canale 5. Nella conferenza stampa mentre gli hanno consegnato un Premio dela Critica vinto sul campo, ha detto: "Ieri ho visto la D’Urso che condivideva la mia performance, quindi sono consapevole che non l’abbiano capito il pezzo, questo mi pare evidente".

Un brano che racconta con ambizione la società e la cultura post pandemia, e che è una critica aperta alle dinamiche di funzionamento dello spettacolo italiano, e, più in generale, alla spettacolarizzazione, giustamente premiato dalla Critica e già molto amato dal pubblico, che farebbe decisamente a meno di certe polemiche.

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