I testimoni di Geova pregano online: nessuna riunione da quattordici mesi
Fare di necessità virtù, quando si parla di fede ai tempi del Covid. La spiritualità al primo posto come sempre, ma corre online per vincere le distanze imposte dalla pandemia. I Testimoni di Geova, a livello nazionale, hanno scelto di non ritrovarsi più in presenza per le adunanze, per le assemblee e per tutti gli eventi che da sempre caratterizzano il loro credo.
"Le Sale del Regno – spiega Antonio Donnarummo, portavoce locale – sono chiuse dalla fine di febbraio dell’anno scorso. Abbiamo deciso di interrompere le riunioni per tutelare la vita che è un dono di Dio. Incontrarsi può esporre a pericoli, per noi stessi e per il prossimo". Non contagiare e non contagiarsi. Ma non ci si è persi d’animo perché, le attività consuete si sono interrotte, ma cominciate le adunanze sulla piattaforma digitale di Zoom.
"Inizialmente per un paio di mesi abbiamo utilizzato un canale web per mandare in onda le adunanze registrate e poi, grazie ad un accordo internazionale che ci ha permesso di acquistare una serie di pacchetti, abbiamo cominciato ad utilizzare Zoom per le adunanze dal vivo". A Torino sono 53 le congregazioni, cui fanno riferimento circa 5000 testimoni di Geova. "Tra queste ci sono 28 congregazioni straniere in cui si parlano 15 lingue diverse", precisa Antonio Donnarummo. Le distanze sono state così annullate dalla tecnologia, anche se i fedeli seguono le riunioni settimanali ognuno da casa propria. I collegamenti hanno annullato ogni confine geografico e sanitario. Ma l’approccio alle nuove tecnologie per incontrarsi e parlare di aspetti spirituali non è stato un passo semplice per tutti. "Per i più anziani abbiamo mantenuto per più tempo il canale preregistrato, ma poi si è iniziato ad usare Whatsapp per dare le istruzioni, abbiamo proposto dei veri e propri corsi di formazione – attraverso una sorta di video tutorial - per imparare a utilizzare Zoom, infatti adesso la piattaforma non ha più segreti".
Online si svolgono anche le cerimonie funebri. "Al cimitero vanno solo i parenti stretti e pochi conoscenti, rispettando le norme cautelative riguardante il numero dei presenti a questi eventi. Poi, attraverso Zoom ci si può riunire, anche da diverse parti nel mondo, per ricordare il defunto e stringersi ai parenti. È un modo efficace per far arrivare conforto e vicinanza a chi perde qualcuno". Alla mancanza dell’attività di casa in casa per incontrare la gente si è sopperito con lettere o mail. "E anche il congresso nazionale, in programma tra luglio e agosto, (che vede solitamente la partecipazione di centinaia di migliaia di persone) sarà, come lo scorso anno, su Zoom. Contiamo di tornare in presenza dal 2022". Sulla piattaforma digitale si studia la Bibbia, ma ci si ritrova anche per cene conviviali a distanza, che attraverso la rete danno ancora più forza al senso di comunità, mantenuto con calore attraverso la tecnologia. "Visto che non possiamo abbracciarci e stare insieme, abbiamo trovato comunque il modo per raggiungerci". Per ora si preferisce l’adunanza sulla piattaforma. "Torneremo a riunirci quando saremo sicuri, quando non ci saranno più pericoli per il contagio, la vita è troppo preziosa". Antonio Donnarummo