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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Fotografata mentre passeggia sotto la Mole, in piazza Castello e al parco Dora: ma in realtà non esiste

Chi è Nefele, la prima virtual influencer italiana nata a Torino

Le sue foto profilo la ritraggono sotto la Mole, al Valentino, al Parco Dora e in Piazza Castello. Nefele, che si chiama come la ninfa mitologica che, secondo il mito greco, Zeus avrebbe creato partendo da una nuvola, a prima vista si muove come una classica influencer, facendosi ritrarre nei luoghi iconici della nostra città. Nefele, però, non è una persona reale, ma è una virtual influencer, realizzata in computer grafica 3D per dare vita al progetto di tre ragazzi torinesi: Filippo Boschero, Laura Elicona e Luca Facchinetti.  

nefele

Nefele: una novità per l'Italia

Si tratta di uno dei primi esperimenti italiani di un profilo social di un personaggio non reale che, però, pubblica foto e contenuti, proprio come fanno gli influencer. “Abbiamo dato vita al progetto Nefele, nome greco che significa Nuvola – spiega Filippo Boschero - perché attraverso le nuvole ci si può vedere quello che si vuole. Non è una cosa nuova, è nuova per l’Italia ma lo scenario internazionale vede già dei competitor. Si tratta di un mercato che vale 14 miliardi di dollari, un mercato enorme, ancora parecchio inesplorato. Quello che differenzia Nefele dalle altre virtual influencer è il concetto di diversità. Questa si vede anche dal punto di vista estetico, perché presenta tratti caratteristici, vitiligine e efelidi", sottolinea.

"Quello che vogliamo comunicare noi è un messaggio volto alla democratizzazione di questo concetto di diversità e inclusione con annesso smantellamento di preconcetti sociali che limitano la visione delle cose in maniera corretta e reale per abbattere gli standard di bellezza che noi crediamo fatui che si vedono negli attuali influencer. Nefele non si vuole porre come alternativa all’influencer, ma come un nuovo modo di comunicare in maniera digitalmente avanzata".

Nelle intenzioni dei suoi ideatori, diventa "l’incarnato di quello che gli occhi di ognuno vogliono vedere e così le persone si rispecchiano nei valori di cui lei è portatrice. Quello che noi vorremmo riuscire a comunicare è che nella diversità c’è imperfezione e nell’imperfezione c’è la vera bellezza", spiegano.

L’idea dei creatori di questo avatar è che coloro che hanno certi valori possono rivederli in lei. “In quel momento quel personaggio prende realmente forma e da virtuale diventa reale. Sono gli occhi di ognuno che vedono quello che il cervello vuole far vedere. Dato che ognuno inquadra quello in cui crede, quando penserà che lei sia la propria paladina, la persona più corretta per dare voce a quei valori, ecco che allora noi avremo fatto centro”, spiega Boschero.

Nefele: i vantaggi dei virtual influencer

Ma come viene realizzata Nefele e quali sono i vantaggi di una virtual influencer rispetto a un influencer tradizionale? “Il viso è un viso 3D realizzato con l’intelligenza artificiale che va ad applicarsi a volte su un corpo reale a volte su un corpo 3D. In qualche post non è totalmente 3D, ma lo sarà sempre di più. Abbiamo una road-map di sviluppi e implementazioni sul personaggio che la renderanno ancora più credibile. Si fa uno scatto, in uno scenario che può essere uno scenario neutro oppure uno scenario reale come quello utilizzato su Torino e poi il grafico che è Luca (Facchinetti, nrd) va a intervenire sul viso che è stato realizzato con diversi mesi di lavoro e a volte c’è anche un intervento sul corpo e a volte no. A seconda dei casi c’è una sostituzione totale o parziale”, spiega Laura Elicona.

"Le opportunità che può offrire il progetto virtual influencer in generale sono anche opportunità di scalabilità, perché nel momento in cui viene costruita la faccia e il corpo è replicabile in tempi molto più brevi rispetto ad avere a che fare con un influencer reale dove ci sono tempi di setup e logistici non indifferenti e che sono accompagnati da costi superiori, a parità di format, ad esempio un post statico. L’altra cosa interessante è la possibilità di piazzare questo virtual influencer ovunque nel mondo a costo di un clic al computer", illustra Boschero.

Nefele: 'cittadina del mondo' nata a Torino

Così a Nefele, anche in questi tempi di pandemia, per viaggiare basta un click e in un attimo può essere alle Maldive o visitare anche mondi immaginari come quello di Springfield. In tutti questi universi Nefele, che nasce a Torino ma è una cittadina del mondo, vuole portare il suo messaggio di “genuine- influencer” che persegue l'obiettivo di parlare di inclusività a un pubblico il più amplio possibile: "Siamo partiti dalla volontà di agganciarla un pochino agli adolescenti, alle donne che si sentono in qualche modo obbligate a raggiungere la perfezione assoluta, che è poi quello che ci propinano sui social. Però, dato che vuole essere più inclusiva possibile, non abbiamo una fascia d’età specifica. Vogliamo abbattere barriere sessuali, razziali e di questo tipo", spiega Laura Elicona.

"Nefele nasce a Torino perché è stato qui il suo giorno zero - prosegue -. Parte da qui perché noi siamo i fondatori quindi siamo legati anche a questa città che ha qualche cosa di innovativo, ma lei è una cittadina del mondo. Vogliamo enfatizzare anche il concetto di spazio-tempo e collocarla un po’ dovunque, per far viaggiare la gente con noi guardandola nei posti più sperduti, soprattutto in questo momento di difficoltà che sta attraversando il nostro Paese e il mondo in generale. Abbiamo pubblicato un post mentre era in Cappadocia, un post alle Maldive, uno a Springfield".

Il metaverso, il futuro di internet è sempre più vicino. In questo mondo digitale e immersivo dove si potrà accedere solo attraverso la realtà virtuale si potranno incontrare gli avatar degli amici, fare shopping nei negozi specializzati in accessori digitali, assistere a concerti, andare in discoteca e anche lavorare. Un mondo che affascina, ma ancora spaventa.

"I dati parlano chiaro, il virtual influencer ha un engagement-rate (il coinvolgimento degli utenti per un contenuto) tre volte superiore rispetto a un influencer normale proprio perché ha l’effetto wow intrinseco. Io credo fermamente - argomenta Filippo Boschero - che nel momento in cui questa tecnologia verrà capita allora a quel punto ci sarà un’adozione forte, perché i vantaggi sono tanti. La gente va istruita ed educata perché la novità fa sempre paura, ma quando questa porta con sé un messaggio di diversità, inclusione, di un lato umano che è sempre presente nella tecnologia, questa è la chiave di volta per spingere la sua adozione al massimo livello".

Nefele, che con il suo profilo social attivo da dicembre 2021 è uno dei primi esperimenti italiani di virtual influencer, spera di anticipare la concorrenza e cogliere tutte le opportunità presenti. A quali aziende farà da testimonial Nefele? La risposta è la più inclusiva possibile, ma c'è una condizione: "Saprà dire anche no. L’azienda interessata dovrà condividere i suoi valori. Altrimenti non andremo in massa alla ricerca di clienti giusto per averli", assicurano i creatori di Nefele.

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