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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il direttore del Museo Egizio di Torino conosce 11 lingue e ha 2 desideri: incontrare Meloni e una nuova piazza

Christian Greco si confida con Pif a “Caro Marziano” su Rai3

“Non c’è una ricetta per diventare direttore del Museo Egizio di Torino, io ogni mattina mi alzo e mi chiedo, ‘Ma è successo a me?’” Christian Greco risponde così a una delle domande più interessanti che gli pone PIF, nel corso del programma “Caro Marziano”, andato in onda su Rai 3 e disponibile su Raiplay.

Christian Greco, come è diventato direttore del Museo Egizio

Nato a Arzignano in provincia di Vicenza nel 1975, a 38 anni Greco ha assunto la carica che attualmente ricopre. Dirige il secondo museo di egittologia più importante del mondo, dopo quello del Cairo. Il suo sogno di vivere facendo l’egittologo, nato durante un viaggio all’età di 12 anni nella capitale egiziana si è realizzato. Per portarlo avanti si è laureato in Lettere e Classica a Pavia ed è andato in Olanda, dove ha preso una seconda laurea in Egittologia.

“L'olandese è la mia seconda lingua, ma in alcune cose, anche in ambito di studi di egittologia, conosco meglio alcune espressioni in olandese che in italiano. Sotto la doccia la mattina parlo con me stesso in olandese. Leggo latino e greco, medio egiziano, neo egiziano, un po' di copto, la fase finale linguistica dell'antico egizio, poi ho delle nozioni elementari di arabo, avrò studiato 10-11 lingue”, spiega Greco, ricordando la sua formazione.

“Mi sono iscritto ad un bando, partecipo e lo vinco, non credendoci io stesso. Un concorso pubblico, ho scritto una lettera motivazionale, ho mandato il curriculum e sono stato convocato a un colloquio. Il mio mandato ha una durata quinquennale rinnovabile, io sono già direttore dal 2014 e adesso ho un contratto che mi scade nel 2025 e me lo potrebbe rinnovare il consiglio di amministratore che è il mio datore di lavoro. C'è un presidente che è nominato dal ministro della Cultura”, ha sottolineato ricordando il suo percorso.

Pif, scherzando, ha poi riaperto un vecchio diverbio tra il direttore del Museo Egizio e quella che era allora una deputata di opposizione, l'attuale premier Giorgia Meloni. Quattro anni fa, nel 2018, la discussione nacque per una promozione della durata di 3 mesi fatta dal Museo Egizio per i visitatori in lingua araba. Fratelli d’Italia promise una volta al Governo di cacciare Christian Greco, contestandogli un razzismo verso gli italiani, ma attualmente sono giunte rassicurazioni che il suo posto non è a rischio.

Chistian Greco: "Il mio sogno parlare con Meloni al Museo Egizio"

"L'Olanda, un paese a cui io sono molto legato, mi ha fatto sentire sulla pelle cosa significa essere immigrato. Io ho subito come tantissimi un confronto fortissimo, quando si vive in un Paese ci si sente al centro del mondo, quando si va in un altro non lo si è più e ci si rende conto che non è il modo di pensare dominante e ti rendi conto che tu ti senti europeo, occidentale,ma per un olandese sei uno del profondo Sud, che appartenente all'Europa ti ci vede molto poco. Questo mi ha  quasi sviluppato in un campanello di allarme, io sono sensibilissimo a ogni forma di razzismo, mi ha portato ad avere una grande sensibilità per l'accoglienza", racconta.

"La collezione che abbiamo possiamo averla anche grazie alla generosità del popolo egiziano. Io penso, questa è la grande differenza di opinione che abbiamo, è che se si vuole affrontare la questione dei flussi di migrazione bisogna partire dall'accoglienza e quindi i musei possano essere luogo di nuova cittadinanza. Sono i musei che custodiscono la nostra memoria collettiva, che la costruiscono, perchè la memoria non è qualcosa di statico”, ha evidenziato Chistian Greco

Tornando alla sua discussione con Meloni dice : "Eravamo in campagna elettorale, probabilmente fu incauto anche da parte mia. Ci siamo parlati diciamo in maniera molto civile, esprimendo i nostri punti di vista diversi. Trovo questo molto importante rispetto a quanto dicevo prima. Per costruire un mondo più civile bisogna parlarsi tra persone che normalmente non si parlano. Altrimenti finiamo per creare delle comunità chiuse in cui finiamo per parlare solo con persone che la pensano allo stesso modo, lì non c'è crescita. Io ritengo che il confronto dialettico è la cosa più importante. Sarei felicissimo se il Primo Ministro Meloni, con i mille impegni che ha, trovasse il tempo per riuscire a venirmi a trovare nel museo, sarei felicissimo di fare un viaggio con lei all'interno del museo, non vorrei assolutamente nessuna telecamera e che avremo modo di parlare. Spero che un giorno questo sogno si realizzi”, ha detto.

Chistian Greco, una nuova piazza per Torino

Greco, mentre porta Pif in giro per lo straordinario Museo Egizio, illustrandogli come si leggono i geroglifici e mostrandogli alcuni tra i reperti di maggior prestigio, annuncia a tutti i telespettatori di “Il marziano” che nel 2024  per il bicentenario del Museo Egizio di Torino  si vuole attuare il progetto di rendere accessibile gratuitamente a tutti, regalando una nuova piazza a Torino, il tempio rupestre di Ellesija. 

“Può diventarlo se noi copriremo la corte interna e regaleremo una nuova piazza qui a Torino, una  agorà dove la gente potrà venire per bere nel nostro caffè letterario a vedere al giardino egizio e potrà accedere al tempi di Ellesija”.

Si tratta del più antico tempio rupestre della Nubia, fatto scavare dal  faraone Thutmose III nel 1430 a.C. Nel 1965 il Museo Egizio di Torino provvide a salvare il tempio nubiano di Ellesija, che minacciava di essere sommerso dal lago Nasser. Nell'anno successivo il monumento fu generosamente donato dall'Egitto all'Italia e assegnato dal governo italiano al Museo Egizio di Torino.

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