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Littizzetto: "Autorizzati referendum giustizia, per capirli devi farti una canna"

Nell'ultimo intervento a "Che tempo che fa" la comica torinese polemizza contro la mancata autorizzazione per la consultazione referendaria sulla liberalizzazione della cannabis e sulla morte assistita

L'inammissibilità dei referendum sulla cannabis e l’eutanasia è stata al centro del dibattito pubblico negli ultimi giorni.

Nel suo ultimo intervento a "Che tempo che fa”, domenica 20 febbraio, Luciano Littizzetto ha espresso così il suo disappunto sulla mancata consultazione referendaria su questi temi e ha voluto sottolineare, invece, quanto secondo lei siano decisamente meno comprensibili per i cittadini i quesiti referendari relativi al tema della giustizia (l'abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità, limitazione delle misure cautelari, separazione delle funzioni dei magistrati, eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm), che sono stati invece ammessi al voto che si terrà in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimo se le norme oggetto della consultazione non saranno abrogate prima.

“Questa settimana è stata una settimana difficile con i referendum - ha detto Lucianina. C’erano una volta otto quesiti, tre non sono stati autorizzati: quello sulla responsabilità civile dei magistrati, quello sull’eutanasia e quello sulla cannabis. Gli altri 5 invece li hanno autorizzati che sono quelli della giustizia, che per capirli devi farti una canna. Erano due i quesiti alla nostra portata. Dire sì o no alla liberalizzazione della cannabis, perché tutti a torto o ragione si sono fatti un’opinione sulla questione, e l’altro sulla morte assistita. Tutti si sono chiesti: Se io avessi una persona cara, o fossi io stessa una persona, che sta male da morire e non muore, non vorrei anche io aiutarlo in questo passaggio? Ma su questo non ci possiamo esprimere, possiamo invece esprimerci su cose in cui non capiamo francamente una mazza, ti sembra normale?”, ha sottolineato rivolgendosi al conduttore Fabio Fazio.

“Motivo? Perché secondo Ia corte costituzionale i quesiti erano scritti male, erano pieni di imprecisioni e di equivoci. Ma come mai tutte le volte che ci sono questioni legate alla gente, istanze civili, sociali, etiche, non sono mai scritte bene? Anche per il DDl Zan era così. Non possiamo istituire un Ministero delle chiare lettere che prende questi testi e li controlli prima? O facciamo una brutta e andiamo da Amato e ce li corregge con la penna rossa o blu. Poi quando andiamo a fare il referendum è tutto apposto, perché non è possibile”, ha concluso.

Ma com’è che tutte le volte ci dobbiamo impantanare?”Questa settimana è stata una settimana difficile con i referendum. C’erano una volta otto quesiti, tre non sono stati autorizzati: quello sulla responsabilità civile dei magistrati, quello sull’eutanasia e quello sulla cannabis.

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