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Giulia di Barolo, una grande donna che Torino ricorda nell’anniversario della nascita

Sposata con Carlo Tancredi Falletti di Barolo assieme si dedicarono alla filantropia a favore dei poveri e della città di Torino

Da una coppia molto facoltosa, profondamente unita nella fede e nel desiderio di aiutare gli ultimi, i poveri, i carcerati, si è sviluppata la loro opera filantropica a sostegno della città, intesa come una comunità. I torinesi non dimenticano Giulia di Barolo

Lei, Juliette Françoise Victurnie Colbert è nata in Francia, in Vandea , il 27 giugno 1785, da una famiglia cattolica, nobile e ricca, che annovera nel proprio lignaggio consiglieri e ministri del Re.  Segnata dalla rivoluzione francese, perde molti dei suoi familiari, pubblicamente giustiziati, tra cui la nonna paterna, mentre, nei tumulti in Vandea, perde la madre stessa.

E’ alla corte di Napoleone Bonaparte che conosce Carlo Tancredi, il Marchese è di Torino, città all'epoca occupata dai francesi. Si sposano a Parigi il 18 agosto 1806 ma nel 1814, caduto Napoleone, rientrano a Torino andando a vivere nel palazzo di proprietà del marito, Palazzo Barolo, all’angolo tra Via Corte d’Appello e Via Delle Orfane. 

Ospitano come segretario di famiglia, fino alla morte avvenuta il 31 gennaio 1854, Silvio Pellico, patriota e scrittore, reduce dalla prigionia nella Fortezza dello Spielberg.

A Torino inizia la loro grande opera benefica, assieme fino alla morte di lui nel 1838, poi  proseguita solo da lei fino al 1864. Non hanno figli, ma dicono di averne migliaia, tutti i bimbi poveri della città. 

Oltre che dei bambini, si occupano dei carcerati, delle prostitute, dei disabili.

Considerano fondamentale la prevenzione comprendendo come sia facile per i poveri finire su una cattiva strada perché spesso è l’unica che hanno a disposizione. E allora fondano asili e scuole per i poveri ed il Laboratorio San Giuseppe dove giovani povere possono imparare un mestiere.
Nel 1834 sono istituite le suore di Sant’Anna per garantire alle scuole create la presenza di  educatrici preparate.

Credono che il carcere non debba solo punire perché anche quelle persone devono essere aiutate e recuperate. Si adoperano per migliorare le condizioni dei carcerati ottenendo anche la creazione di luoghi di reclusione riservati solo alle donne e la Marchesa è nominata Sovrintendente del Carcere femminile. Da alcune ex carcerate divenute suore si svilupperanno le Figlie di Gesù Buon Pastore. 

Si impegnano per il recupero delle prostitute, spesso bambine abbandonate dai genitori che non hanno scampo, offrendo loro un rifugio, mentre,  in un’ottica di prevenzione costituiscono l’opera delle Giuliette per ospitare bambine orfane.

Fondano l’Ospedaletto di Santa Filomena per ospitare ragazze disabili.

Oltre alle attività filantropiche la Marchesa Giulia di Barolo è ricordata per l’impegno dedicato al perfezionamento della coltivazione e della vinificazione del vino Barolo nei terreni di famiglia a Barolo.

Deceduto lui nel 1838 e lei nel 1864, sono entrambi sepolti in un primo momento nel cimitero monumentale di Torino, costruito con un fondamentale contributo economico del Marchese, per poi  essere ospitati nella Chiesa di Santa Giulia, dedicata a Santa Giulia di Corsica, alla cui costruzione era stata fondamentale la donazione economica della Marchesa.

Per la Marchesa, il 21 gennaio 1991 fu avviata la causa di beatificazione e, attualmente, gode del titolo di "serva di Dio".

Il 5 maggio 2015, Papa Francesco autorizzò la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio Giulia Colbert, Laica, Vedova e Fondatrice della Congregazione delle Figlie di Gesù Buon Pastore e delle Suore di S. Anna, dichiarandola "Venerabile".

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