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21 febbraio Giornata Nazionale del Braille: una scoperta rivoluzionaria ancora attuale

Un ruolo insostituibile

Ogni anno il 21 febbraio si celebra la Giornata Nazionale del Braille. Questa ricorrenza diventa l'occasione per ricordare, ancora una volta, quanto sia importante e attuale questo codice, che da sempre è sinonimo di inclusione.

Il genio di Louis Braille

Fu Louis Braille, nel diciannovesimo secolo, a dare vita a questo geniale sistema di lettura e scrittura che grazie a sei punti in rilievo riuscì a trasformare e migliorare radicalmente la vita delle persone cieche. Una grande rivoluzione che diede loro la possibilità di leggere e scrivere in autonomia.

Da allora possono accedere al patrimonio librario senza la mediazione di qualcuno che lo faccia per loro. Il braille ha permesso a centinaia di migliaia di disabili visivi in tutto il mondo di studiare, di inserirsi nel tessuto sociale, di contribuire al progresso, alle arti, allo sviluppo di un pensiero critico. Generazioni di lavoratori (fisioterapisti e centralinisti telefonici, ma anche insegnanti, avvocati, musicisti ed esperti in molti altri ambiti) hanno potuto formarsi e conseguire i titoli di studio necessari usando questo codice e continuando a utilizzarlo nello svolgimento della loro professione. 

Con l’avvento dell’informatica i dispositivi braille collegati con i pc o con gli smartphone permettono di accedere all’universo della rete: siti di informazione, giornali, ma anche libri e contenuti su qualsiasi argomento diventano, letteralmente, a portata di mano.

Il braille, un ruolo insostituibile

Giovanni Laiolo, il presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Sezione Provinciale di Torino, sottolinea il ruolo insostituibile del braille nel percorso formativo di un ragazzo:

"Dire a un ragazzo cieco che può fare a meno del braille significa privarlo di uno strumento cognitivo di fondamentale importanza, negargli un’opportunità di inclusione e autonomia che non ha eguali". 

Laiolo sottolinea come “il solo dato sonoro, pur utilissimo, non sia sufficiente alla conoscenza profonda della realtà: fin dalla scuola primaria, i bambini hanno bisogno di confrontarsi con il testo scritto per imparare la grammatica. E per apprendere una lingua straniera è fondamentale capire come sono scritte le parole e come è costruita la frase.  Ecco perché il codice braille ha un ruolo insostituibile nel percorso formativo. Dire a un ragazzo cieco che può fare a meno del braille significa privarlo di uno strumento cognitivo di fondamentale importanza, negargli un’opportunità di inclusione e autonomia che non ha eguali”.

Nel suo intervento Laiolo guarda con fiducia al futuro: "Da questa consapevolezza deriva l’impegno dell’Unione Ciechi per una didattica a tutto campo, che includa braille e nuove tecnologie, strumenti, come abbiamo visto, perfettamente compatibili. Grazie a possibilità che fino a un ventennio fa erano del tutto inimmaginabili, oggi, per chi non vede, il mondo della cultura è senz’altro più accessibile rispetto al passato e abbiamo ragione di sperare che il futuro sarà ancora più inclusivo. Ma gli strumenti, da soli, non bastano. Ciò che serve, prima di tutto, è una grande preparazione, ottenuta con percorsi coerenti e impegno quotidiano.  Ragazzi, ora la palla è nel vostro campo. E noi, come associazione, faremo di tutto per essere al vostro fianco, anche con il braille".

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