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Salute

Febbre del Nilo, spariscono le zanzare ma aumentano i casi

In agosto, 24 diagnosi in Piemonte

È calata, in Piemonte, la presenza della zanzara responsabile del West Nile virus, meglio conosciuto come Febbre del Nilo. Grazie alle basse temperature degli ultimi giorni, la presenza della Culex pipiens è scesa dell’80% anche se non si è ridotto il numero dei casi. Secondo il Seremi, dal 27 agosto al 2 settembre, le nuove diagnosi della malattia neuro-invasiva sono aumentate rispetto a quella precedente: sette i casi, due le febbri e due i donatori identificati, e sospesi in via precauzionale, nell'ambito delle procedure di screening pre-donazione. Dall'8 agosto, quando è stato segnalato il primo caso umano, al 2 settembre in Piemonte i casi di West Nile segnalati sono stati in tutto 24, tra Torino, Vercelli e Biella: 14 forme neuro-invasive, 3 febbri e 7 positività in donatori. 

Cambiamento climatico 

Un’intensificazione del fenomeno che come quest’anno, sebbene dalla Regione non sia partito alcun allarme, non si era mai visto. La causa è il cambiamento climatico che si sta verificando in Italia negli ultimi tempi: le zanzare esotiche, che trasportano virus finora assenti sul nostro territorio, che si annidano nelle stive degli aerei, trovano l’ambiente umido - a causa dei numerosi acquazzoni - e adatto a proliferare. 

Sintomi e accorgimenti 

Chi è infettato nella maggior parte dei casi non mostra alcun sintomo, solo un 20% può accusare febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati o rash cutaneo. Tra gli accorgimenti per contrastare il fenomeno, proteggersi con repellenti efficaci, cercare di alloggiare in ambienti climatizzati o comunque dotati di zanzariere alle finestre, evitare accumuli d’acqua stagnante nei giardini e nei sottovasi di fiori, luoghi ideali per gli insetti per deporre le uova e moltiplicarsi.

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