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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Diabete urbano, a Torino la percentuale più alta del Nord Italia di persone malate

Ed è la quarta città nella penisola

Record negativo per la Città metropolitana di Torino. Sul territorio, secondo le elaborazioni di Health City Institute su dati Istati, risiedono quasi 135 mila persone con diabete: il 6 % della popolazione censita. Nel solo capoluogo piemontese i soggetti colpiti da diabete sono 52mila: la prima città del nord Italia in termini percentuali, la quarta nella penisola. Torino entra dunque nel programma Cities Changing Diabetes che si avvia a coinvolgere oggi 40 metropoli di tutto il mondo e si propone di evidenziare il rapporto tra urbanizzazione e diabete tipo 2, promuovendo iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire la malattia.

Nuove vulnerabilità e fragilità sociali

L’annuncio dell’adesione del capoluogo piemontese al programma  sarà dato nel corso del convegno virtuale organizzato da Anci Comunicare insieme ad Anci Piemonte, Health City Institute, C14+, Italia Cities Changing Diabetes, e grazie al contributo non condizionato di Novo Nordisk, intitolato: “Promuovere in Piemonte le politiche sulla salute nelle città”. "È necessario uno sforzo congiunto - commenta Enzo Bianco, Presidente Consiglio Nazionale ANCI e Presidente C14+ - che promuova la consapevolezza del valore della salute pubblica, in una governance multilivello tra Comuni, Autorità sanitarie locali e Regioni, con l’obiettivo comune di perseguire il benessere collettivo e prevenire i rischi per la salute delle nostre comunità. La pandemia ha fatto emergere nuove vulnerabilità e fragilità sociali. Siamo oggi chiamati a lavorare garantendo sussidiarietà e prossimità, attraverso il potenziamento delle reti territoriali per la prevenzione, la cura e l’assistenza e rafforzando altresì il ruolo dei sindaci, a cui deve essere garantita piena operatività su tutto il territorio nazionale".

Numeri preoccupanti

Torino occupa, in termini assoluti, la quarta piazza nella graduatoria della città metropolitane italiane per popolazione residente colpita dalla malattia – dopo Roma, Napoli e Milano. Tuttavia, è al primo posto tra quelle del Nord Italia in termini percentuali. Paragonandola, ad esempio, alla vicina Milano, che la precede nella classifica con circa 180 mila residenti, pari al 5,6 per cento della popolazione, le persone con diabete dell’area metropolitana torinese corrispondono al 6 per cento dei residenti. "Le malattie metaboliche - ha detto Ezio Ghigo, Presidente Comitato Esecutivo Torino Cities Changing Diabetes -, in particolare il diabete e l'obesità, rappresentano un elevato rischio per la salute, determinando molto spesso complicanze cardiovascolari. È possibile prevenire e curare queste malattie a livello urbano anche attraverso molteplici progetti che ispirino stili di vita più sana" .

"L’impegno di Torino nel progetto internazionale Cities Changing Diabetes - ha concluso Federico Serra, Direttore Italia Cities Changing Diabetes - , manifestato con la firma della Sindaca Chiara Appendino alla Urban Diabetes Declaration, di fatto ha fatto entrare la città tra le 36 città che a livello internazionale si impegneranno sulle sfide al diabete correlate all’urbanizzazione. Le città che sottoscrivono l’Urban Diabetes Declaration si impegnano a rispettare cinque principi guida per rispondere alla sfida del diabete urbano: investire nella promozione della salute e del benessere a lungo termine, agire sui determinanti sociali e culturali che sono le cause profonde che determinano le opportunità di una vita sana per i cittadini, integrare la salute in tutte le politiche, coinvolgere attivamente le comunità e creare soluzioni di partenariato con altri settori in modo trasversale".

L'inurbamento e il legame con il diabete

Nel 2030, 6 persone su 10 vivranno nei grandi agglomerati urbani, nel 2050 7 su 10. Un filo sottile ma evidente inoltre, lega il fenomeno dell’inurbamento alla crescita di malattie come il diabete o l’obesità. Esiste infatti una suscettibilità genetica a sviluppare la malattia, cui si associano fattori ambientali legati allo stile di vita. Oggi, vive nelle città il 64 per cento delle persone con diabete, l’equivalente di circa 246 milioni di persone, ma il numero è destinato a crescere. La principale arma a disposizione per frenare questa avanzata è la prevenzione, attraverso la modifica di quei fattori ambientali, educativi e culturali che la favoriscono.

"L’impegno di Torino nel progetto internazionale Cities Changing Diabetes - ha concluso Federico Serra, Direttore Italia Cities Changing Diabetes -, manifestato con la firma della Sindaca Chiara Appendino alla Urban Diabetes Declaration, di fatto ha fatto entrare la città tra le 36 città che a livello internazionale si impegneranno sulle sfide al diabete correlate all’urbanizzazione. Le città che sottoscrivono l’Urban Diabetes Declaration si impegnano a rispettare cinque principi guida per rispondere alla sfida del diabete urbano: investire nella promozione della salute e del benessere a lungo termine, agire sui determinanti sociali e culturali che sono le cause profonde che determinano le opportunità di una vita sana per i cittadini, integrare la salute in tutte le politiche, coinvolgere attivamente le comunità e creare soluzioni di partenariato con altri settori in modo trasversale". 

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