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Sabato, 20 Aprile 2024
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Molinette, un nuovo modello organizzativo per la cura della stenosi aortica: collaborano 5 ospedali

Una stenosi aortica moderata o severa colpisce il 4.6% della popolazione con età superiore ai 75 anni ed oltre l'8% di chi ha più di 85 anni

Un nuovo approccio per salvare il cuore e le vite dei pazienti torinesi arriva dall’ospedale Molinette. Si tratta di un nuovo modello organizzativo per la cura della stenosi aortica, una delle malattie cardiovascolari più temibili, proposto grazie alla collaborazione tra cinque realtà ospedaliere di Torino e provincia. Una vera e propria “Rete” ospedaliera, grazie alla quale il paziente può agevolarsi di un percorso dedicato che collega l'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (centro “hub”) con gli ospedali di Ciriè, Moncalieri, Ivrea e Chivasso (centri “spoke”). "È grazie a questo modello che sono già stati salvati oltre 110 pazienti, che sono stati operati, tutti con successo, alle Molinette di Torino, permettendo un incremento degli interventi e quindi della sopravvivenza di circa il 30%", fanno sapere dall’ospedale “hub”. 

Il nuovo modello organizzativo per la cura della stenosi aortica

"Questo modello prevede lo scambio non solo di pazienti, ma anche di medici tra le diverse realtà ospedaliere. Tutto fa riferimento all'ospedale Molinette. È infatti il medico dell’ospedale inviante che segue il paziente presso l'ospedale di corso Bramante ed esegue l’intervento insieme all’équipe del Centro ricevente (il centro “hub”). Omogeneità di offerta delle cure, integrazione completa tra le diverse realtà e continuità assistenziale: un mix in grado di garantire al paziente la maggior rapidità ed efficacia possibile dell’intervento. Questo è l’obiettivo alla base della formazione della Rete per la stenosi aortica", aggiungono dalle Molinette.  

"La stenosi aortica è una patologia valvolare molto comune nei Paesi occidentali, con un’incidenza che cresce proporzionalmente con l’età – spiega il professor De Ferrari (Direttore Cardiologia universitaria della Città della Salute di Torino) -. Una stenosi aortica moderata o severa colpisce il 4.6% della popolazione con età superiore ai 75 anni, ed oltre l'8% di chi ha più di 85 anni. La diagnosi tempestiva è fondamentale, perché oltre la metà dei pazienti con stenosi aortica severa non trattata adeguatamente muore entro i due anni dalla diagnosi". 

"Le mutate condizioni demografiche ed epidemiologiche – afferma il professor Rinaldi (Direttore della Cardiochirurgia della Città della Salute di Torino) - richiedono modelli di offerta delle prestazioni sanitarie idonei alla presa in carico di pazienti affetti da stenosi aortica, attraverso la riorganizzazione della rete ospedaliera in centri Hub e centri Spoke, ovvero centri altamente qualificati e realtà territoriali che si configurano quali spazi per la presa in carico globale del paziente, in grado di dare risposte a bisogni che richiedono continuità dell’assistenza per periodi di lunga durata ed una forte integrazione dei servizi sanitari e sociali. Network interdisciplinari, lavoro in simbiosi con una gestione del paziente condivisa tra cardiologi e cardiochirurghi: questa è la formula vincente".

Incontri formativi ed informativi sulla stenosi aortica

Se ne parlerà in questi giorni durante l’iniziativa “Next: rete integrata per una gestione ottimizzata della stenosi aortica”, che si articola in 5 incontri formativi ed informativi sulla stenosi aortica. L’obiettivo è un confronto per definire e rafforzare l’interdipendenza funzionale e la governance tra i Centri coinvolti. Il primo incontro si svolgerà il 29 settembre presso la Città della Salute di Torino ed è organizzato dal professor Gaetano Maria De Ferrari e dal dottor Federico Conrotto della di Cardiologia universitaria delle Molinette insieme al professor Mauro Rinaldi e al dottor Michele La Torre della Cardiochirurgia.
 

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