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Salute

Arte in reparto al Sant'Anna: gli scatti del maestro Fontana colorano e ravvivano la terapia intensiva

La visione di paesaggi naturali e di opere d’arte è alleata della cura, con un impatto psicologico e neuronale positivo sulle pazienti

Torna l'arte negli ospedali. Al Sant'Anna, prende di nuovo il via il programma "Cultura e Salute" avviato nel 2011 dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna, e sospeso durante la pandemia, che ha come obiettivo quello di creare luoghi che il più possibile rispondano ai desideri delle pazienti e del personale, e in un decennio ha cambiato volto all'intero blocco ospedaliero. 

Con la primavera sono riprese le azioni di cura degli ambienti attraverso le arti, nella consapevolezza che gli scenari artistici e culturali creati rappresentato una risorsa importante di accoglienza e benessere sia per i
carer professionali che per i pazienti. Poesia e fotografia, che cambiano i paesaggi visivi, mentali e relazionali, nel mese di aprile sono arrivate con due progetti realizzati dal personale, mobilitando nuove energie: “Terapia di intensa bellezza” e “Poesie in forma di rosa”.

"Terapia di intensa bellezza" è un progetto che esalta l'umanizzazione dei nostri ambienti di cura. Una terapia integrata a base di poesia e delle fotografie di Franco Fontana per migliorare la qualità della vita delle nostre pazienti dell' ospedale Sant'Annain un momento cruciale della loro vita. Il tutto nell'ottica della presa in carico delle pazienti stesse, non solo dal punto di vista medico sanitario, ma soprattutto dal punto di vista della persona a 360° dichiara il Dott. Giovanni La Valle, Direttore Generale della Città della Salute di Torino.

“Terapia di intensa bellezza”

La terapia intensiva del Sant’Anna ha cambiato il proprio volto. In un luogo ad alta sensibilità, su richiesta e scelta del personale, sono state allestite immagini d’autore del grande Maestro Franco Fontana, uno dei
protagonisti assoluti, di ogni tempo, nella fotografia di paesaggio. Il progetto “Terapia di intensa bellezza” curato da Guido Curto, direttore della Reggia di Venaria, è stato realizzato dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna attraverso un percorso partecipato.

Il personale ha avuto l’opportunità, offerta generosamente dall’autore, di scegliere liberamente i paesaggi nell’ambito dell’intera sua produzione artistica. Le opere nelle camere sono visibili dai letti di degenza e cambiano
l’atmosfera delle aree di transito, mentre i messaggi del curatore e del Maestro sono scaricabili con QR code dalle pareti parlanti delle stanze. La riproduzione, realizzata in materiale compatibile con la sicurezza delle strutture, è stata resa possibile da donazioni di privati cittadini che credono nel potere generativo della cultura.

La visione di paesaggi naturali e di opere d’arte è alleata della cura, ha un impatto psicologico e neuronale positivo, con effetti biologici: migliora i nostri paesaggi mentali e relazionali, contribuendo al recupero e al benessere.
La Dott.ssa Simona Quaglia, Direttore di Anestesia e di Rianimazione del Presidio Ospedaliero Sant’Anna, commenta “lo splendido allestimento coccola gli occhi, nutre l’anima e permette di viaggiare con la mente
oltre i confini della Terapia Intensiva”. 

Franco Fontana_maternità Sant'Anna_low-2

“Poesie in forma di rosa”

Ma non solo arte visiva. Sempre in questi giorni è stato completato “Poesie in forma di rosa”, un Progetto di Poesia Sociale avviato il 14 febbraio 2019 con l’artista Chen Li nel reparto maternità della Struttura
Complessa Universitaria di Ginecologia e Ostetricia 1 dell’Ospedale Sant’Anna. Il percorso, anch’esso partecipato, ha dato forma all’accoglienza attraverso le parole, facendo risuonare frasi generative di benvenuto e di amore: le strofe di poesie e di canzoni, scelte dal personale, abitano le pareti delle camere di degenza e delle sale visita e sono declamate dall’attrice Elena Ruzza, anch’esse scaricabili con QR code. La realizzazione è stata resa possibile grazie alla generosità di numerosi cittadini che hanno contribuito a potere donare una poesia alle mamme, spesso dedicandola a persone care.

Foto Poesie in forma di rosa_Ospedale Sant'Anna-2

La Prof.ssa Chiara Benedetto - Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna commenta: “Le frasi poetiche composte sulle pareti del reparto parlano di speranza, del regalo dell’incontro, di rinascita.
Sono un modo di dire alle donne ricoverate che il nostro desiderio è prenderci cura di loro in un percorso di salute intesa come stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come assenza di
malattie”.

Entrambi i progetti fanno parte del percorso “Cultura e Salute” avviato dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna dal 2011 per l’umanizzazione della cura e dei suoi luoghi- ideato e condotto da Catterina
Seia, Vice Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna-, che in dieci anni ha trasformato, attraverso azioni artistiche partecipate, un intero blocco ospedaliero in un “giardino”, metafora per
definizione del prendersi cura, cara a tutte le culture. Fondazione Medicina a Misura di Donna durante il periodo di lockdown ha espresso la propria vicinanza al personale nel contrasto alla pandemia, aumentando
la sicurezza, proseguendo l’azione di potenziamento degli strumenti tecnologici di nuova generazione impiegati a servizio dei percorsi di cura e nei percorsi di ricerca, veicolando in digitale il programma
“Vitamine jazz”. 

Sempre nell’ottica del piano di continua cura per la rigenerazione degli ambienti, in aprile è intervenuto l’artista Ferruccio Dotta, collaboratore di David Tramlett, sui pavimenti dei corridoi dell’area di transito
del piano terra con una tecnica che si ispira al Kintsugi, creando un metaforico “giardino d’acqua”. Prossimamente saranno messi a segno ulteriori azioni di rinnovamento degli spazi di degenza e di quelli
dedicati al transito di curanti, pazienti e visitatori. Tra i primi, un community work. Domenica 8 maggio, giornata dedicata alle mamme, i soci della Fondazione si prenderanno cura con vernici e pennelli delle aree
esterne dell’ospedale. In dieci anni di progettualità e lavori, tutto il presidio ospedaliero è stato risemantizzato dalla Fondazione attraverso le arti con la metafora del “giardino”, coinvolgendo importanti istituzioni culturali e artisti: un progetto scuola, un caso di buone pratiche, a livello europeo.

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