Una "neurotuta" per Anna: un nuovo inizio per la ragazza fuggita dalla guerra in Ucraina e ricoverata al Cto
Primi segni di miglioramento per la ragazza che a maggio si è svegliata dal coma grazie ad una canzone dei Måneskin
Nessuno di noi, per fortuna può anche solo lontanamente immaginarsi come sia orribile scappare dalla guerra. Anna Melnychok, 17 anni, purtroppo è un'esperienza che ha vissuto sulla sua pelle e che resterà a lungo stampata nei suoi occhi. Fuggendo lo scorso maggio dagli orrori dello scontro bellico a Kiev, ha avuto un brutto incidente stradale e, in coma, è stata affidata alle cure del dottor Maurizio Beatrici, direttore di Neuroriabilitazione al Cto di Torino.
Un nuovo percorso con la neurotuta
Svegliatasi dal coma a maggio ascoltando un brano dei Maneskin, la sua band preferita, Anna, che ha riportato un politrauma e un grave trauma cranio encefalico, ha iniziato un percorso di riabilitazione fisica e psicologica, supportata dalla Neurotuta consegnata dall'Officina Ortopedica Mollii Maria Adelaide. La neurotuta, che ha un costo di 5.800 euro, è un extrastimolatore formato da maglia e pantalone su cui sono posizionati 58 elettrodi gestiti da una centralina portata in vita dal paziente.
A cosa serve
La neurotuta è utile a diminuire o eliminare la spasticità e serve a facilitare il recupero della mobilità. Uno strumento prezioso, disponibile in trenta taglie, che può essere utile per la sclerosi multipla, in caso di paraspasticità o di ictus.
Anna ha ricevuto questa tuta, che deve essere usata un'ora ogni 48 ore, grazie al contributo dell'ASL, all'associazione Tutte giù per terra e al Sermig e mentre la indossa, accanto alla sua mamma, e all'equipe che la segue con amore e costanza, sorride serena, saluta tutti e fa i cuori con le mani.
Piccoli progressi per la giovane paziente, che comunque fanno ben sperare. La neurotuta, che viene costantemente regolata da ingegneri e fisioterapisti, è stata donata ad Anna grazie all'associazione Onlus Tutte giù per terra e al Sermig, con il contributo dell'ASL.
"Anna è arrivata in coma, con un grosso impasse - ha spiegato il dottor Beatrice che la segue insieme al suo staff - , quello della lingua sconosciuta, e quando si è svegliata ha mostrato tutto il suo terrore negli occhi, anche quando la si stimolava. Ma per lei si è presentata una grande opportunità. È un mezzo in più per gestire le alterazioni portate da un danno cerebrale"