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Salute

All'ospedale Molinette le aritmie cardiache maligne si curano con la radioterapia

A beneficiare dell'intervento non invasivo, tecnicamente riuscito, un paziente di 73 anni

Alle Molinette di Torino una tecnica innovativa per curare le aritmie. L'inedita accoppiata cardiologi-radioterapisti è riuscita a intervenire sul circuito elettrico alla base delle aritmie ventricolari maligne in maniera non invasiva: dall’esterno, grazie alla radioterapia. Il primo caso sperimentato con successo è stato un paziente di 73 anni, grazie alle équipes universitarie di Cardiologia diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari e di Radioterapia del professor Umberto Ricardi. Solitamente i pazienti con le cosiddette “tachicardie ventricolari”, vengono trattati con l’impianto di un defibrillatore che è in grado di interrompere l’aritmia con una scarica elettrica: tecnica che però non previene l’insorgenza della tachicardia. 

Scariche elettriche non risolutive

Sono sempre più numerosi infatti i pazienti che soffrono di episodi ripetuti di scarica elettrica in risposta alle tachicardie ventricolari, con peggioramento delle condizioni cliniche e della qualità della vita. Questa volta, il paziente di 73 anni preso in esame era stato sottoposto in passato a tre interventi cardiochirugici e soffriva da un anno di tachicardie ventricolari recidivanti. E’ stato sottoposto due volte ad ablazione dell’aritimia nel reparto di Cardiologia universitaria delle Molinette. Nonostante un'iniziale apparente efficacia, nella seconda procedura si è evidenziata la persistenza di un circuito aritmico nella parte esterna del ventricolo sinistro (a livello epicardico).

Quando il paziente ha accusato nuovi episodi di tachicardie ventricolari dopo la seconda ablazione, il nuovo gruppo di lavoro ha messo a punto il piano terapeutico ideale per somministrare una singola seduta di radioterapia, con una dose molto elevata di radiazioni in modo molto preciso e accurato. Il trattamento, definito radioterapia stereotassica ablativa, viene normalmente applicato in ambito oncologico, come alternativa alla chirurgia con lo scopo di ablare in modo non invasivo lesioni tumorali di volume limitato.

Con la radioterapia, danni ridotti ai tessuti

Il paziente è stato quindi sottoposto a una sola sessione della durata di trenta minuti, completamente non invasiva, durante la quale ha ricevuto la dose prevista,
utilizzando anche una tecnologia innovativa che consente di sincronizzare l’erogazione della radioterapia seguendo precisamente il movimento respiratorio. Questo sistema ha consentito di ridurre ulteriormente la zona irradiata e quindi i possibili danni ai tessuti circostanti, centrando al meglio il focus responsabile dell’aritmia. L'intervento è tecnicamente riuscito. Dal giorno del trattamento il paziente non ha più avuto alcuna tachicardia ventricolare, mentre nei tre mesi precedenti aveva accusato quattro episodi di tempeste aritmiche con scariche elettriche del defibrillatore.

“Siamo molto contenti del risultato ottenuto - dichiara il professor De Ferrari – e della possibilità di poter offrire, in aggiunta ad un ventaglio di opzioni terapeutiche, anche questo approccio innovativo ai pazienti più complessi. L'ospedale Molinette è uno dei 4 Centri italiani invitati a far parte del consorzio europeo Stopstorm, che metterà a punto gli standard per questa nuova terapia, che conferma la Città della Salute Centro di riferimento per i pazienti con cardiomiopatie e aritmie maligne”.

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