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Regione, B&B e affittacamere: la nuova normativa

Al via la riorganizzazione di un modello turistico di ospitalità, sempre più diffuso

È terminato l'esame del disegno di legge regionale che mira a riorganizzare un modello di ospitalità sempre più diffuso: quello dei bed&breakfast, affittacamere, case vacanze, residenze di campagna e ostelli. Nell'ultima seduta della Commissione Turismo sono stati approvati gli ultimi ventuno articoli - 30 in tutto - , compreso il quinto riguardante le locazioni di unità abitative private ad uso turistico, la cui trattazione era stata rimandata. 

L’obiettivo principale della riforma è attualizzare la normativa piemontese, armonizzandola con quella nazionale e comunitaria vigente, in quanto l’attuale legge regionale di riferimento è la 31 del 1985. Si vogliono così contrastare forme irregolari di ospitalità, migliorando la sicurezza e includendo tali strutture nei meccanismi di rilevazione statistica e informativa, facendo emergere la reale portata del settore extralberghiero. 

NUOVE REGOLAMENTAZIONI - Una delle novità più rilevanti riguarda le strutture a conduzione famigliare, come “bed and breakfast”e affittacamere, per le quali la nuova norma detta i confini entro cui possono essere gestite in forma non imprenditoriale: per i primi la soglia è fissata a tre camere, al di sopra delle quali sarà necessario disporre della partita Iva dedicata, con un limite massimo di sei stanze, oltre cui non si può essere annoverati in tale categoria. 

Per gli affittacamere invece il servizio potrà essere esercitato in modo non imprenditoriale, se svolto in forma occasionale e non continuativa e in non più di due appartamenti posti nello stesso stabile, con un massimo di tre camere e sei posti letto.

È anche previsto l’inserimento della “country house” o residenza di campagna: dovranno essere ville padronali, casali o case coloniche ubicate in luoghi di valore naturalistico e paesaggistico, in centri sotto i diecimila abitanti, amministrate in forma imprenditoriale, non annesse a un’azienda agricola e non gestite da un imprenditore agricolo, con camere o con appartamenti con cucina fino ad un massimo di dieci posti letto.

Un altro ambito di intervento sono poi le locazioni turistiche: l’affitto di una abitazione, per essere considerato attività ricettiva, dovrà disporre di servizi quali fornitura e cambio biancheria, ricevimento ospiti, assistenza in camera, in assenza dei quali verrà considerata attività di mera locazione abitativa. Il documento verrà ora trasmesso al Consiglio delle autonome locali (Cal) per poi ritornare in Commissione per essere licenziato e sottoposto al voto finale del Consiglio regionale.

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