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Martedì, 19 Marzo 2024
Politica Centro / Via Giuseppe Verdi

Dall'Albero Azzurro al vuoto assoluto: così il centro RAI di Torino rischia di sparire

I sindacati denunciano che sempre più spesso i lavoratori torinesi sono mandati a Milano per produrre programmi che potrebbero essere fatti a Torino

Una volta c'era 'L'albero azzurro' e la 'Melevisione'; più di recente c'è stato Alessandro Cattelan, ma solo per un mese; adesso sembrerebbe che piuttosto di produrre il nuovo programma di Roberto Bolle a Torino, la RAI abbia speso ben 280.000 euro di soldi pubblici per affittare uno studio di Telelombardia e abbia mandato i lavoratori torinesi in trasferta. Nonostante a Torino via il terzo studio più grande d'Europa. 

A sostenerlo sono i sindacalisti che questa mattina - martedì 6 dicembre - sono stati auditi dai consiglieri comunali della quinta commissione consiliare. 

Sì, perché come hanno ribadito in chiusura della discussione, la RAI è anche un'azienda politica ed è giusto dunque che la politica si interessi alle faccende che riguardano i lavoratori del territorio su cui opera. Per fare meno giri di parole, della TV pubblica non è necessario interessarsi solamente quando vanno fatte le nomine. 

È così dunque che il grido allarmato dei quasi 1.000 lavoratori RAI di Torino arriva in Comune e nello specifico arriva la paura che il polo torinese possa essere ulteriormente depotenziato a favore di Milano. Gli indizi infatti, secondo i sindacati, porterebbero proprio a questo: solamente nell'ultimo periodo sarebbero due le opportunità che sono svanite per Torino. 

La prima è legata alla trasmissione 'Stasera c'è Cattelan' che nel suo primo mese di messa in onda è stata registrata a Torino. Vi ricordate l'inno di Alessandro Cattelan per Torino? O il karaoke più grande del mondo trasmesso sulla Mole? Ecco, dopo trenta giorni di registrazioni però la produzione è stata trasferita a Milano.

Sono invece quarantacinque i giorni di produzione per il nuovo spettacolo di Roberto Bolle che vede impegnati in trasferta a Milano numerosi lavoratori del polo torinese. Lo spettacolo danzante verrà prodotto negli studi di Telelombardia, denunciano i sindacati, al costo d'affitto di 280.000 euro. Peccato che in via Verdi a Torino ci fosse uno studio vuoto, molto ampio e adatto a fare coreografie, si tratta del terzo per grandezza in Europa. 

"In questo caso il problema sta a monte", spiegano i sindacalisti Cristina Bruno e Stefano Pappaletto, "Probabilmente Bolle lavorando anche per la Scala aveva più facilità a stare su quel territorio, ma se si decide di fare un'attività di quel tipo o l'azienda riesce a pianificarla in uno spazio che è a sua disposizione e che ha un costo meno rilevante, oppure essendo un'azienda pubblica deve decidere delle scelte produttive che compie". Sul tema sono state interessante le segreterie sindacali nazionali che hanno chiesto un incontro alla RAI. 

Cosa fare dunque? La via scelta è quella dello sciopero, che sarà il 12 dicembre in via Verdi, ma anche dell'appello alla politica torinese perché a Milano il Comune sembra essere molto attivo per aiutare il centro di produzione RAI a espandersi: sarebbe addirittura in atto una variante al piano regolatore per modificare la destinazione d'uso dell'edificio del centro di produzione per agevolare il carico e scarico delle scenografie dai mezzi. 

Una prima risposta è arrivata dalle consigliere comunali del PD Nadia Conticelli e Lorenza Patriarca che hanno presentato una mozione che impegna il sindaco ad attivarsi insieme al presidente della Regione e ai parlamentari piemontesi per avviare un'interlocuzione con la RAI e convocare un tavolo di lavoro specifico. Un documento sul quale si sono dette pronte a convergere anche le opposizioni. 

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