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Dalla carta d'identità al cambio di residenza, la psicosi continua. Tresso: "Il malato era terminale"

L'assessore ha rivendicato davanti all'opposizione in Comune i risultati ottenuti in questo anno di mandato

"Non sono stato io a comprare i robottini per le anagrafi che sono ancora in qualche scantinato del Comune", a dirlo è Francesco Tresso, assessore del Comune di Torino, che risponde con una frecciatina a chi gli contesta il lavoro fatto durante l'ultimo anno sul fronte carte di identità. Il riferimento chiaro è ai 'robottini' che acquistò Paola Pisano, all'epoca assessora della giunta Appendino. 

Quando si parla di anagrafi in Comune a Torino i nervi sono sempre un po' tesi ed è stato così anche questa mattina - lunedì 24 ottobre - durante la seduta della prima commissione consiliare che è stata l'occasione per l'assessore Francesco Tresso per presentare i risultati di un anno di lavoro. 

"Abbiamo preso in mano un malato terminale", spiega Tresso, "Il dottore di prima ha fatto un po' omissione di soccorso. Siamo in fase di riabilitazione. Al momento abbiamo prescritto delle medicine". Medicine che secondo l'assessore avrebbero già cominciato a portare risultati. 

"I tempi di attesa stimati per l'emissione di una carta d'identità quando ci siamo insediati erano intorno ai 6 mesi", ha spiegato Tresso, " Oggi i tempi medi sono poco superiori al mese. Un anno fa avevamo più di 30.000 pratiche pregresse, oggi sono intorno alle 13.000". In nove mesi - fino a settembre - il Comune di Torino ha emesso 97.200 carte d'identità, un anno fa erano 87.200. 

Se però le cose sembrano migliorare sul fronte dell'emissione di carte d'identità, la stessa cosa sembrerebbe non succedere dal punto di vista dei cambi di residenza. "Per un cambio di residenza ci vuole un anno e mezzo", spiega Domenico Garcea di Forza Italia, "Quello era il vostro cavallo di battaglia durante la campagna elettorale. Io non ho visto un cambio di passo rispetto alla scorsa legislatura. Agli annunci pomposi e roboanti del Sindaco Lo Russo è seguita una situazione in linea con i disservizi e i ritardi con cui i torinesi ormai si sono abituati a convivere". 

Poi c'è il caso della suocera di Pierlucio Firrao, consigliere di Torino Bellissima, che è arrivato sui banchi della commissione: alla donna per avere il cambio di residenza era stata prospettata un'attesa di otto mesi, poi ha fatto ricorso al servizio offerto dai CAF grazie a un accordo con la città, ma anche in questo caso le cose non sono state facili. "Su dieci CAF contattati, otto non ne sapevano nulla e uno mi ha chiesto 20 euro per fare la pratica". 

Dovrebbero essere 120 i CAF che hanno raggiunto un accordo con la città per smaltire le pratiche anagrafiche relative alla residenza e ai cambi di indirizzo. Questo anche per far fronte alla bassa digitalizzazione di parte della popolazione. Un investimento del Comune pari a 50.000 euro che equivale a uno stipendio e mezzo di un impiegato comunale. Per recuperare questa somma, spiegano dagli uffici, basterebbe spostare un impiegato e mezzo sullo smaltimento arretrati. 
 

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