Via i piccoli enti? Cota propone: "Piuttosto accorpiamo i servizi"

Scongiurare una guerra tra campanili limando la manovra di governo che prevede l'accorpamento dei piccoli enti. Così ha intenzione di muoversi la Regione Piemonte in seguito alla protesta accesa dai sindaci dei comuni sotto i mille abitanti che rischiano il taglio. «Il Piemonte è la regione dei piccoli comuni, un patrimonio identitario e un presidio fondamentale per le nostre comunità. Faremo il possibile per portare avanti le loro istanze». E'quanto garantito dal presidente Roberto Cota che ha fatto sua la crociata dei campanili piemontesi contro quella legge che porta la firma del ministro Calderoli e che sta scatenando la rivolta di un elettorato a cui la Lega tiene molto.

LA CONTROPROPOSTA - Proprio il presidente Cota durante il vertice tra Calderoli e l’Anci ha rivestito il ruolo di mediatore buttando sul tavolo una contro proposta che potrebbe aggirare gli effetti negativi della manovra. Sì ma come? Trasformando l'unione dei Comuni in unione dei servizi e aggregando non le poltrone ma la gestione dei settori di  ragioneria, contabilità e bilancio, servizi sociali, servizi scolastici, urbanistica, trasporti, commercio e terziario. Più comuni che gestiscono insieme il welfare ma che non perdono poltrone e identità. Questa, per i sindaci, è "la vera rivoluzione, il vero risparmio" e non "tagliare qualche assessore qua e là". Tra l'altro la controproposta della regione coinvolgerebbe anche comuni più grandi di quelli previsti nella manovra, il che potrebbe comportare un aumento del risparmio. Per il momento comunque solo idee. Bisognerà aspettare il tavolo convocato la prossima settimana dall'assessore Maccanti, titolare della delega ai rapporti con gli enti locali. Lì forse la proposta prenderà corpo.