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Automotive, c'è un piano per fermare lo stop a diesel e benzina: patto tra 11 regioni italiane

L'anno prossimo ci sono le elezioni europee e potrebbe cambiare la maggioranza al Parlamento europeo, questo potrebbe far slittare la scadenza che oggi è prevista nel 2035

Stop ai motori diesel e benzina entro il 2035? La Regione Piemonte non ci sta e tenta di stringere un'alleanza con altre undici regioni italiane. Il passaggio fondamentale per tentare di spostare più in là l'asticella temporale che metterebbe al bando in Europa i motori termici sono le prossime elezioni europee: una nuova maggioranza potrebbe nel 2026 rivedere il cronoprogramma. 

"Il 2035 è una scadenza che è stata fissata dal Parlamento Europeo, ma è previsto un check nel 2026", spiega Andrea Tronzano, assessore regionale del Piemonte, "Non ci aspettiamo cambiamenti epocali su quello che è stato stabilito ma dobbiamo lavorare perché questo 2035 è oggettivamente per il sud dell'Europa una scadenza troppo ravvicinata rispetto alla filiera che abbiamo. Rischia di mettere in crisi tutti".

Quali sono i rischi? "I rischi sono di distruggere la nostra industria. Noi abbiamo la componentistica che fa motori termici da un centinaio di anni perché l'automotive nasce in Europa e cancellare il motore termico significa distruggere decenni di ricerca e miliardi di investimenti. Che non sono bilanciati dalle altre nazioni: USA farà solo il 50% di motore elettrico, il sud america continuerà a produrre il motore termico, la Cina è fuori da ogni tipo di cornice. Il rischio è di farci male da soli". 

Come intendete muovervi? "Abbiamo realizzato attraverso Ires uno studio che metteremo a disposizione delle altre undici regioni che hanno l'automotive come economia principale. Dovremo fare un incontro prossimamente. Il documento finale delle regioni andrà al ministro Urso che, forte dell'appoggio delle regioni, dovrà andare in Europa a discutere". 

Avete l'appoggio del Governo dunque: "Il ministro ci ha detto con chiarezza che il nostro obiettivo è la neutralità tecnologica, ovvero che la tecnologia deve essere la più varia. Anche i biocarburanti che non sono clima alteranti devono poter essere utilizzati. Questo l'obiettivo che ci poniamo per il 2026 e il ministro è d'accordo". 

Quindi c'è un margine di trattativa con l'Europa? "Il margine c'è perché è politica. Le elezioni europee potrebbero essere anche un momento di ridefinizione di questo. Nel 2024 si vota e il 2026 è un check politico che si potrebbe fare", conclude Tronzano. 

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