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Umberto Bossi rilancia: "Ministeri a Torino e Milano"

Il senatùr, dando appuntamento ai suoi a Pontida, ha ribadito: "E' obbligatorio: la testa deve essere a Milano e Torino, le gambe le possiamo lasciare a Roma"

Le esternazioni di Umberto Bossi sulla possibilità di spostare al nord alcuni uffici ministeriali non sono una novità, ma raramente Torino viene tirata in ballo. Il senatùr, dando appuntamento ai suoi a Pontida, ha ribadito: "E' obbligatorio: la testa deve essere a Milano e Torino, le gambe le possiamo lasciare a Roma''. Nonostante l'immediata replica del sindaco di Roma Gianni Alemanno ("Bossi si deve rassegnare: non ci saranno spostamenti"), c'è da scommettere che il tema rimarrà di stretta attualità.

Il presidente Cota aveva accolto favorevolmente l'idea di sposttare a Torino il Ministero del Lavoro: "La città avrebbe un rapporto più stretto con la pubblica amministrazione e il riconoscimento della sua storia produttiva. Ancora: la presenza di un ministero rappresenterebbe un volano economico, non risolutivo ma importante".

Anche il Partito democratico non si era opposto a priori: "Un decentramento amministrativo di questo tipo - aveva detto venti giorni fa il segretario regionale Morgando  - potrebbe rappresentare uno degli elementi di modernizzazione del nostro Paese, purché venga sempre fatta salva l’identità e l’unità nazionale. Ma è evidente che si tratta di un tema complesso che non può essere affrontato se non nell’ottica di una più complessiva riforma della pubblica amministrazione, della ridefinizione del ruolo dei Ministeri, dello snellimento degli apparati burocratici e del recupero della loro efficienza".
 

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