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Il caso senza fissa dimora torna in Comune: "Sono abbandonati a loro stessi e al degrado"

Le opposizioni in Comune hanno attaccato la Giunta e reputato che il lavoro svolto fino a oggi non sia sufficiente

Da qualche mese in piazza Palazzo di Città c'è un uomo che dorme a ridosso delle vetrine dell'Urban Lab, a pochi metri da lui una scritta, 'Immagina la Torino del futuro'. Sotto la collinetta del parco delle Torri Palatine, su corso Regina Margherita, ci sono due arcate che danno accesso ad alcuni magazzini, lì, ormai da tanto tempo, hanno trovato rifugio alcuni senza fissa dimora; altri della zona invece hanno fatto comunità dentro il cortile di una palazzina a pochi metri dalla Galleria Umberto I. Poi c'è la comunità di clochard che di notte animano il centro della città: quelli che dormono in via Roma, in piazza San Carlo, nella Galleria San Federico. 

Senza fissa dimora a Torino

A Torino la questione senza fissa dimora è ancora aperta e non è risolta. Il tema ieri - lunedì 14 marzo - è stato sollevato anche dalle opposizione in consiglio comunale. "Allo stato attuale non esiste una progettualità ad ampio respiro e a lungo termine e c’è un problema di assistenza e di intervento rispetto agli 'homeless', che di fatto sono abbandonati a loro stessi e al degrado, ma ciò non toglie che è necessario, anche da un punto di vista di ordine pubblico, trovare delle opportune soluzioni", ha sostenuto Pino Iannò, consigliere di opposizione di Torino Libero Pensiero.

"Malgrado i roboanti annunci dell’assessore Rosatelli, quotidianamente assistiamo alla presenza di persone nelle strade e sotto i portici della Città: evidentemente qualcosa non funziona", spiega Paola Ambrogio di Fratelli d'Italia, Siamo arrivati a un punto di non ritorno: la qualità della vita a Torino è precipitata, come certificato dall’Università La Sapienza di Roma lo scorso novembre. Torino è scivolata agli ultimi posti di ogni rilevazione statistica dell’ultimo anno e questo risultato è avvenuto anche a causa di provvedimenti spot presi dall’amministrazione comunale: sicuramente validi per strappare un titolo nelle prime pagine dei giornali, ma non sufficienti a risollevare una città in declino". 

Molto duro il commento di Domenico Garcea di Forza Italia: "Le fabbriche, le scuole, gli edifici comunali che ospitano servizi essenziali per i residenti sono ormai diventate case per senzatetto o peggio per clandestini. E poi lo spaccio nei giardini, che allontana le famiglie dalle aree gioco, e il crescente fenomeno delle baby gang. Il grido d’allarme dei cittadini di Barriera di Milano e Aurora passa dalla necessità di sicurezza e di riqualificazione". Garcea poi porta a testimonianza l'esempio di via Leoncavallo che sarebbe "tornata a essere terra di conquista per chi non ha più un tetto e cerca riparo".

"Sei mesi fa l'assessore Rosatelli affermò che quell'area fosse costantemente controllata dai servizi di strada della città. E prometteva l'apertura nel mese di novembre 2022 di una struttura 'relativamente vicina' a via Leoncavallo che avrebbe garantito agli occupanti 'un posto letto sicuro e al caldo' e l'individuazione di un percorso opportuno 'per ciascuno degli ospiti'". 

"Purtroppo", conclude Garcea, "il presente ci restituisce il perdurare di una situazione di degrado, di scarsa igiene e di abbandono nell'edificio di via Leoncavallo che ospita, oltre ai clochards, importanti servizi comunali. Alle parole della Giunta e del Sindaco devono seguire i fatti concreti: il tempo delle promesse (disattese) è scaduto".

Per Andrea Russi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Sala Rossa, "L'amministrazione Appendino aveva affrontato il tema della inclusione delle persone senza fissa dimora con un approccio diverso e del tutto nuovo rispetto a quello adottato dalle precedenti amministrazioni, costruendo ed adottando un modello volto a ridimensionare grandi strutture in favore di un’accoglienza diffusa e dai numeri ridotti, mettendo in campo numerosi interventi (apertura h24 dei dormitori, rafforzamento dei servizi di strada, i percorsi di reinclusione, tanto per fare degli esempi) e consolidando un rapporto prezioso con Caritas, Diocesi e terzo settore tutto. Nonostante le roboanti dichiarazioni iniziali dell'assessore Rosatelli, che aveva promesso un approccio completamente diverso al tema, alla fine per fortuna ha prevalso il buonsenso nel conservare e valorizzare il piano di inclusione sociale.  Purtroppo, però, l'impressione è che la Giunta sia tornata indietro su molte cose e che la situazione sia addirittura peggiorata". 

Il tema però è evidentemente di difficile soluzione. Secondo i dati elencati dall'assessore Rosatelli in Sala Rossa a Torino ci sarebbero circa 2.500 senza fissa dimora e la Città l’anno scorso ha ospitato nei servizi abitativi 1.802 persone (552 di nazionalità italiana), delle quali 252 donne (112 italiane) di età media compresa fra i 50 e i 60 anni per gli italiani e 30-40 anni per le persone di altra nazionalità. Per un investimento di 8 milioni di euro. 

Inoltre è stato precisato che a Torino i posti per l'accoglienza disponibili durante l’inverno sono stati circa 600, con tre strutture ricettive oltre al punto emergenziale di via Traves (in piazzale Croce Rossa 185, corso Sebastopoli 262 e via Spalato 15) e altre a due strutture in piazza Massaua 18 e via Ghedini 2. 

Il tema vero però rimane uno: il crescente stato di povertà legato anche alla crisi economica e al taglio di alcuni strumenti di welfare sociale, ed è su questo punto che l'assessore Rosatelli ha lanciato l'allarme legato al timore che il taglio delle risorse statali per le persone in difficoltà, come il Reddito di cittadinanza o i provvedimenti di protezione speciale, possano far aumentare le persone per strada, con sfratti e 'clandestinizzazione' di immigrati.

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