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Elezioni regionali, Michele Giovine condannato per 17 firme false

La lista "Pensionati per Cota" è stata presentata con 17 firme false su 19. il Consigliere regionale Michele Giovine e il padre Carlo condannati a più di due anni di reclusione.

E' stata depositata la motivazione della sentenza che, lo scorso 30 giugno, ha visto condannati il consigliere regionale Michele Giovine e il padre Carlo. Diciassette firme false: nelle 33 pagine, il giudice Alessandro Santangelo scrive che i due, nonostante fossero pubblici ufficiali soltanto nei Comuni di Miasino e Gurro (Novara), dove rivestono la carica di consiglieri comunali, avrebbero raccolto le firme per la lista "Pensionati per Cota" anche al di fuori del territorio di questi due Comuni. Il giudice, in pratica, ha ritenuto fondata la tesi del pubblico ministero Patrizia Caputo, secondo la quale le utenze telefoniche rintracciate al di fuori del territorio dei due Comuni, nel periodo in cui i due avevano detto di avere raccolto le firme, sarebbero da attribuire con certezza a loro.

Lo scorso 30 giugno Michele Giovine, in sentenza di primo grado, era stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione, il padre Carlo a due anni e due mesi. I due hanno sempre negato che le utenze, che la motivazione della sentenza attribuisce ai due, fossero effettivamente loro. La sentenza, infine, analizza le caratteristiche di ciascuna delle 17 firme e spiega, una per una, le ragioni per cui si debbano ritenere false.

Per Giulio Manfredi, il presidente dell'Associazione Aglietta, con questa sentenza "non c'è in ballo solamente la poltrona di Giovine" ma "il risultato delle elezioni regionali piemontesi del 2010. Perché - ha spiegato Manfredi - se salta la Lista 'Pensionati per Cota', di cui "sono false 17 su 19 accettazioni di candidatura, salta anche Cota: i 27.797 voti andati alla lista di Giovine - ha concluso - sono il triplo dei 9.372 voti che hanno permesso a Roberto Cota di superare Mercedes Bresso". "Fra cinquanta giorni - ha sottolineato Manfredi - prima la Corte Costituzionale e poi il Consiglio di Stato dovranno operare con lo stesso rigore dimostrato dal Tribunale di Torino".

(ANSA)








 

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