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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Olimpiadi 2026, i dubbi del sindaco di Cesana: dalle condizioni della pista da bob al post olimpico

La pista da bob oggi è come se fosse un guscio vuoto, ma la paura del sindaco è legata a quel che potrebbe succedere dopo le gare olimpiche. Inoltre il Comune di Cesana sta lavorando a un progetto per recuperare l'area

Roberto Vaglio, il sindaco di Cesana, quando ieri - martedì 27 dicembre - ha letto quanto dichiarato da Stefano Lo Russo, il sindaco di Torino e della Città Metropolitana, in relazione alle Olimpiadi del 2026 è caduto dalla sedia dallo stupore. Non in senso letterale, è evidente, ma lo stupore a distanza di 24 ore da quelle dichiarazioni c'è ancora. 

Lo Russo ha infatti ufficialmente ricandidato gli impianti olimpici torinesi - compresa la pista da bob di Cesana - a ospitare le gare dell'edizione del 2026. Il sindaco metropolitano ha detto che il torinese è disponibile a scendere in campo al fianco di Milano e Cortina per dare una mano al Paese a fare una bella figura a livello internazionale. Questo a causa delle difficoltà che gli organizzatori dei giochi 2026 starebbero riscontrando nella progettazione o riqualificazione di determinati impianti, vedi la pista da bob in Veneto o l'impianto per il pattinaggio al coperto in provincia di Trento.  

"Il Comune di Cesana non ne sa nulla, io come sindaco non sono stato coinvolto e non ci è stato richiesto un parere", spiega Vaglio a Torino Today, "Sono stupito oggi, come lo ero quando ho letto dell'emendamento Laus proposto alla Camera in sede di approvazione del bilancio. A noi hanno chiesto di fare un progetto di recupero ambientale dell'area dove c'è quell'impianto, è stavamo lavorando a quello finanziando anche uno studio di fattibilità. Adesso mi dicono che ci hanno ripensato". L'emendamento Laus che è stato bocciato prevedeva un finanziamento di 15 milioni di euro per ripristinare la pista da bob di Cesana. 

"Ho qualche perplessità", continua Vaglio, "La pista da bob di Cesana è come se fosse il guscio di un frigorifero senza l'impianto di refrigeramento e senza tutti i collegamenti elettrici. Il cablaggio non c'è più perché se lo sono fregato quando l'impianto doveva essere controllato dalla Provincia, oggi Città Metropolitana, e non ha fatto un tubo; è dal 2007 che quell'impianto non funziona; i ladri hanno portato via tutto il rame che trovavano; è stata portata via tutta l'ammoniaca che permetteva di far funzionare l'impianto e oggi quegli impianti sono vietati. C'è solo lo scheletro di cemento armato". 

Ma a preoccupare il sindaco di Cesana non è tanto il fatto di dover rimettere in funzione la pista da bob, ma il futuro di quell'impianto dopo le Olimpiadi del 2026: "Io sono molto preoccupato non per il fatto di rimetterlo in funzione, ma per il fatto che dopo le Olimpiadi del 2026 ci potremmo ritrovare con un catafalco che non verrà mai utilizzato. In Italia ci sono 50 atleti che utilizzano quelle strutture e non consentono di mantenerlo in funzione per i costi che ha. Ci ritroveremmo di nuovo al 2007. Se il Piemonte richiede un sacrificio lo facciamo, ma vorrei che me lo chiedesse Cirio". 

Volete garanzie? "Vorremmo garanzie sul futuro, chiarezza e vorremmo sapere quale impegno ci sarà e quali ritorni. Si tratta di mettere in gioco una parte importante del nostro territorio su un'iniziativa su cui abbiamo tutti forti dubbi, basti pensare alle Olimpiadi di Albertville dove l'impianto del bob è rimasto inutilizzato. Se però può servire per rientrare nel gioco delle Olimpiadi obbediamo, ma vogliamo capire e mi sembra sia il minimo". 

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