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Figli di coppie omogenitoriali, Chieri chiede di consentire il riconoscimento anagrafico

Il documento è stato approvato dal Consiglio comunale

L'Ordine del Giorno approvato dal Consiglio comunale di Chieri con 13 voti favorevoli chiede al Parlamento di adeguare la legislazione per garantire i diritti fondamentali dei minori e la parità di tutte le famiglie, indipendentemente dall'orientamento sessuale dei genitori. Il documento, proposto dalle consigliere comunali Clara Bramardi (Sicchiero per Chieri Si), Manuela Olia (Partito democratico) e Mariella Tagliavia (Chieri Ecosolidale), sollecita l'introduzione di norme che permettano il matrimonio egualitario, le adozioni e il riconoscimento anagrafico dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali, in linea con le sentenze 32 e 33 del 2021 della Corte Costituzionale che hanno evidenziato l'interesse superiore del bambino.

Colmare il vuoto legislativo per proteggere tutti i bambini

"È un fatto che una volta che questi bambini esistono, hanno diritto ad avere gli stessi diritti e le stesse protezioni di tutti gli altri bambini - spiega Olia -, un fatto che la protezione dei minori, dal 1991 trova la sua fonte nel “superiore interesse del minore” nella Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, legge 176 del 1991 approvata da 193 Paesi, Italia compresa. È un fatto che manca una normativa che renda questi bambini uguali nei diritti, comunque siano nati. È un fatto che l’insieme delle pratiche burocratiche e giuridiche che sono messe in atto in questo momento mina i diritti di questi bambini che possono venire privati del cognome, di un genitore, di un pezzo della parentela".

E prosegue: "E se muore il genitore unico rimasto? A chi possono venire affidati i bambini? Siamo certi che verranno affidati al cosiddetto genitore intenzionale, che però non avrebbe nessun legame giuridico con il bambino? L’ultima pronuncia della Corte Europea dei diritti dell’uomo, a fronte di un ricorso di cittadini italiani, afferma che non sono violati diritti umani, perché una possibilità minima di “sistemare” la situazione esiste attraverso l’adozione nei casi particolari. Però, la Consulta ha evidenziato che l’adozione nei casi particolari non protegge abbastanza e ha sollecitato lo Stato italiano a colmare il vuoto legislativo".

"Dunque è un fatto che bisogna legiferare in materia - conclude la consigliera - legiferare per proteggere i bambini, e legiferare senza discriminare le persone che vogliono mettere su famiglia, sposarsi e fare figli. Persone alle quali tutto questo viene impedito, come non fossero degni di essere genitori, ponendo ostacoli su ostacoli e senza curarsi del fatto che, oltre ad angosciare i genitori, vengono puniti o discriminati i bambini. Tutto questo non ci ricorda tristemente la differenza fra legittimi e illegittimi di antica memoria? Il nostro Paese è ancora fermo a quel punto?".

" Sul riconoscimento anagrafico dei figli delle coppie omogenitoriali, interviene anche il sindaco Alessandro Sicchiero: "Riconoscere pari diritti a questi bambini non toglie nulla agli altri bambini o alle altre famiglie. Si tratta di diritti che non hanno vincoli quantitativi, quindi perché non farlo?".

L'Ordine dei Medici: "Tutti i bambini hanno diritto a una vita serena"

E su questo argomento si è espresso di recente anche l'Ordine dei Medici di Torino che, per richiamare l'attenzione sull'argomento, ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. "Il compito dell’Ordine è quello di tutelare la salute delle persone, anche promuovendo la funzione sociale della medicina – ha sottolineato il presidente Guido Giustetto -. Con questo obiettivo sentiamo il dovere di rivolgerci alle autorità affinché il diritto di tutte le bambine e di tutti i bambini a una vita serena sia sempre una priorità e debba guidare le scelte politiche e i provvedimenti amministrativi”.

"Il nostro appello vuole innanzitutto sollevare l’attenzione sulla necessità di tutelare i bambini coinvolti - si legge nella missiva -, che per nessuna ragione devono diventare vittime sacrificali né di presunte manchevolezze delle istituzioni né di logiche politiche distanti dalla loro realtà. Condividiamo quindi il documento pubblicato recentemente dall’Associazione culturale pediatri in cui si chiede l’attuazione di scelte normative che possano portare al riconoscimento della doppia genitorialità omosessuale". 

"Il legame con il solo genitore biologico e non con quello intenzionale - prosegue il testo - priva infatti quest’ultimo dei doveri connessi alle decisioni sanitarie, al mantenimento, all’istruzione, all’educazione dei figli e delle figlie. Non conferisce, ad esempio, neppure il diritti di andare a prendere i figli a scuola se non con delega scritta del genitore biologico. Allo stesso modo, non viene riconosciuta la continuità affettiva in caso di morte del genitore biologico. E nell’eventualità di separazione fra due coniugi, non c’è nessun obbligo legale per il genitore biologico di far mantenere al bambino i rapporti con l’altro genitore. A quest’ultimo, per altro, non è riconosciuto il dovere di emissione di un contributo economico come prosecuzione del mantenimento del figlio. Il rischio per il bambino è inoltre la perdita totale dei legami non solo con il genitore intenzionale ma con tutta la parte della famiglia a lui collegata: nonni, zii, cugini".

L'Ordine dei Medici sottolinea dunque come queste situazioni possano "minare pesantemente l’equilibrio dei minori" e come esso, in qualità di rappresentante della comunità medica torinese, intenda "difendere in modo prioritario la salute e il benessere psicofisico di questi bambini, che invece il mancato riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali mette a rischio, esponendoli al pericolo di discriminazione".  "Chiediamo quindi alle istituzioni - conclude la lettera - di dare fin da subito e sempre priorità alla tutela dei minori, al di là di qualsiasi iniziativa legislativa si voglia intraprendere".

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