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Lega Nord: "Riaprire le case chiuse a Torino". Ma Sel attacca: "Demagogia"

Il gruppo del Carroccio in Comune presenterà un atto di indirizzo per la riapertura e la tassazione delle case di tolleranza. Curto (Sel): "Come farebbero a lavorare legalmente se sono clandestine?"

Il gruppo della Lega Nord al Comune di Torino presenterà un atto di indirizzo per recepire una legge del 2008, la cosiddetta legge Lussana, per la riapertura e la tassazione delle “case di tolleranza”. La legge, proposta dalla deputata leghista Carolina Lussana, rispose al decreto anti- prostituzione presentato dal Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna. Un provvedimento ritenuto inapplicabile – difatti le prostitute sui marciapiedi non sembrano essere diminuite – e al quale la parlamentare si oppose proponendo, di fatto, la legalizzazione della prostituzione, modello piuttosto efficace in paesi come Olanda e Svizzera, ai quali la Lega si ispira.

Spiega Fabrizio Ricca, consigliere comunale a Torino che proporrà il provvedimento: «Domani presenteremo in commissione un ordine del giorno che invita il sindaco a calendarizzare la legge Lussana, che eliminerebbe le prostitute dalla strada. I compensi derivati dalle imposte sarebbero divisi al 50% tra Comune e Stato. Questo permetterebbe al Comune di avere nuovi introiti e allo stesso tempo combattere il degrado sociale dovuto allo sfruttamento della prostituzione». Un modo per rimpinguare il bilancio senza salassare i contribuenti e risolvere un annoso problema, che la legge Merlin del 1958 – che tolse di mezzo le case chiuse – non parrebbe aver risolto.

Michele Curto, capogruppo di Sel in Comune, però attacca: «È firmata Bossi-Fini la legge che costringe alla clandestinità un milione e mezzo di persone, fra cui molte donne obbligate a prostituirsi. Come farebbero a lavorare legalmente se sono clandestine?». Una legalizzazione a tutti i livelli, soprattutto nei contratti di lavoro, altrimenti si rischierebbe la nascita del lavoro “nero” nelle case chiuse. «Noi siamo favorevoli a ogni percorso di emersione delle illegalità – aggiunge ancora Curto –, ma queste proposte sono pura demagogia se si dimentica il quadro generale».

Ma Ricca precisa: «Non verranno regolarizzate le clandestine, ma chi vorrà prostituirsi per libera scelta, uomo o donna, potrà farlo in maniera legale. Nessuna ragazza verrà più portata qui con l’inganno per poi finire sul marciapiede, perché lo Stato e il Comune avrebbero un controllo diretto».

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