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Verso la revisione del Piano regolatore, Appendino: "Un atto strategico per Torino"

Uno strumento flessibile che permetterà alla Città di crescere

"Uno strumento di programmazione flessibile, snello e dinamico che risponda alle esigenze dei cittadini e del territorio e che permetta di attirare investitori". E’ la Proposta tecnica del progetto preliminare di revisione del Piano regolatore generale, approvata dalla Giunta comunale di Torino, secondo le parole della sindaca Chiara Appendino, che nelle prossime settimane passerà al vaglio del Consiglio. Un processo che l'amministrazione conta di concludere entro fine mandato, nel rispetto dei tempi tecnici: il Piano regolatore è stato redatto da un gruppo di lavoro interno all'ente, con la figura dell'architetto Rosa Gilardi come responsabile del progetto.

“Nel lavoro di revisione del Piano Regolatore Generale – spiega la sindaca Chiara Appendino – abbiamo puntato su pochi stringenti parametri strutturali per garantire flessibilità insediativa, nel rispetto di elevati standard qualitativi dei servizi diffusi, nonché sulla tutela e la promozione delle caratteristiche paesaggistico-ambientali del territorio. Proponendo, in chiave urbanistica, non un quadro normativo pesante, ridondante e troppo dettagliato, ma regole che prendono in considerazione prima di tutto le finalità degli interventi, con una visione che persegue obiettivi chiari e concreti”.

Necessità di cambiamento

Il Piano Regolatore Generale vigente, adottato ad aprile 1991 e approvato nello stesso mese del 1995, con le oltre 600 tra varianti e modifiche che si sono succedute nel tempo, necessitava di una revisione che lo adeguasse alle esigenze odierne. “Questa amministrazione – ricorda Appendino - accogliendo le richieste di cittadine, cittadini, imprese e professionisti, ha varato uno strumento che permetterà alla città di adattarsi ai cambiamenti, cogliendo con efficacia le opportunità, rispondendo all’esigenza di riorganizzarsi e riarticolarsi in funzione della modificazione dei contesti, agevolando le trasformazioni, recependo le necessità in divenire”.

Uno strumento urbanistico pensato per favorire, allo stesso tempo, lo sviluppo del territorio e l’aumento di benessere per i cittadini.  “La revisione del PRG – sottolinea l’assessore all’Urbanistica, Antonino Iarìa -  si pone l’ambizioso intento di promuovere un’idea di città nella quale è possibile coniugare l’aumento del Prodotto Interno Lordo con la crescita del Benessere Interno Lordo. Ipotizzando quindi una città lungimirante e capace di costruire il proprio futuro, mettendo al primo posto il benessere delle cittadine e dei cittadini, puntando sulla qualità della vita e dell’ambiente urbano, in modo da generare prosperità diffusa in un territorio ricco di opportunità sociali, economiche e ambientali”. 

La revisione del Piano, come detto, ha introdotto parametri di maggiore flessibilità per le destinazioni d’uso ammesse, riducendo la differenziazione delle aree normative, che passano dalle attuali 23 alle 13 della Proposta Tecnica. “Si è voluto salvaguardare – aggiunge Iarìa – sia il “costruito”, inteso come suolo già “consumato” da recuperare e sfruttare, e sia tutelare le aree disponibili attualmente non utilizzate, da preservare con usi temporanei, quale patrimonio della trasformazione produttiva futura, includendo tutte le possibilità di sviluppo compatibili con la necessità economiche aumentando la qualità ambientale del costruito”. 

Promuovere la vivibilità

La Proposta tecnica relativa al Piano - che per la sua realizzazione ha visto coinvolti anche la Città Metropolitana, gli ordini professionali, le associazioni di categoria, i portatori di interesse, i comuni dell’hinterland e altri enti pubblici -  ha preso in considerazione anche tutte le persone che, pur non risiedendo in città, ne usano quotidianamente i servizi. “Sono state inoltre pensate – aggiunge ancora l’assessore - misure necessarie a sviluppare e promuovere la vivibilità dei diversi ambiti di città, aumentando anche le possibilità di sviluppo dei quartieri periferici, creando nuovi spazi pubblici per la cultura, la socialità, lo svago, curando e tutelando i beni comuni e culturali. Puntando quindi su una città policentrica , che esprima l’equità e la coesione sociale in ogni quartiere”.

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