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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Buco sanitario da 900 milioni: "La Regione è tecnicamente fallita"

La frase sarebbe stata detta dall'assessore alla Sanità regionale Paolo Monferino. Lo stesso oggi spiegherà le motivazioni

I fari della politica piemontese sono tutti puntati sui conti della Regione. Complice una frase drammatica che avrebbe detto l'assessore alla Sanità Paolo Monferino - "La Regione è tecnicamente fallita" - pronunciata in un contesto molto vivace. Secondo alcuni dati trapelati, già solo il settore sanitario regionale avrebbe un buco di bilancio di oltre 900 milioni di euro. Un dato assolutamente preoccupante.

Nella giornata di oggi è prevista una conferenza dello stesso Monferino, il quale spiegherà la situazione e replicherà alle accuse che gli sono state mosse dall'opposizione. Uno fra tutti il capogruppo regionale del Pd, Aldo Reschigna, "siamo arrivati a questo perché questa amministrazione ha elaborato un bilancio 2012 falso, se ne occuperà la Corte dei conti, ma nell'assestamento di bilancio sposta sul 2013 volumi importanti di spesa sostenuta nel 2012 per oltre 400 milioni". Reschigna punta il dito sulla "problematicità dei conti sanitari resi noti da Monferino: 60 milioni del deficit 2012 vengono spostati sul 2013; il disallineamento tra i conti regionali e quelli delle aziende sanitarie segna un altro rosso di 900 milioni, anche se questo è il frutto di molti anni".

La frase non è passata inosservata neanche a Sel e al Movimento 5 Stelle. Monica Cerutti ha chiesto alla Giunta regionale di fare un "passo indietro" per via delle "pesanti dichiarazioni dell'assessore Monferino di fallimento tecnico della Regione".

Per il Movimento guidato da Davide Bono in Consiglio regionale c'è un'ulteriore richiesta: "Chiediamo che Cota e la Lega Nord, che si battono, sinora solo a parole, contro il Governo Monti, dei banchieri e tecnocrati, vadano a Roma ed ottengano che il rientro dal debito fatto dalle Giunte Ghigo e Bresso sia onorato, ma spalmato nel tempo. Altrimenti, tanto vale avere un Commissario liquidatore e risparmiare i costi dei consiglieri e degli assessori". In merito all'ipotesi di ricorrere al patrimonio immobiliare (la sede di Piazza Castello e gli edifici in cui si svolgono oggi le attività sanitarie ospedaliere) Bono replica: "Pensare di poter vendere tale patrimonio ad enti no profit (che poi sarebbero le Fondazioni Bancarie e i fondi pensione) mantenendo il controllo e pagando un canone di locazione, è un'assurdità degna della migliore finanza speculativa".

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