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Referendum, rimandato il voto sul taglio dei parlamentari

L'emergenza Coronavirus ferma le consultazioni

È stato rimandato a data da destinarsi - anche se il 17 o il 24 maggio sono due opzioni possibili - il referendum confermativo della riforma sul taglio dei parlamentari, in programma il 29 marzo. Riforma che taglierebbe il numero dagli attuali 945 a 600 in totale, di cui 200 senatori (da 315) e 400 deputati (da 630).

"Il Governo ha ritenuto opportuno rivedere la decisione circa la data del referendum che era stata fissata prima dell’emergenza sanitaria - ha detto il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà - allo scopo di assicurare a tutti i soggetti politici una campagna elettorale efficace e ai cittadini un’informazione adeguata. Le procedure referendarie in Italia e all’estero dunque si sospendono e saranno rinnovate quando sarà fissata una nuova data per il referendum. La legge ci consente di fissare - ha concluso - la nuova data entro il 23 marzo 2020, in una domenica compresa tra il 50° ed il 70° giorno successivo all’indizione":

Questo il testo del quesito referendario, che sarà il quarto confermativo della storia della Repubblica: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente 'Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 240 del 12 ottobre 2019?".

Per la validità del referendum, non è previsto alcun quorum minimo dei votanti: sarà sufficiente che i consensi superino i voti sfavorevoli, indipendentemente da quante persone si recheranno ai seggi. Qualora il risultato sia positivo sarà il Capo dello Stato a promulgare la legge; al contrario, l'esito della consultazione verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. 

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