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Referendum sulla caccia: in Piemonte "no" all'Election Day

In Piemonte il referendum sulla caccia non sarà accorpato alle elezioni amministrative della prossima primavera. Due ordini del giorno presentati in Consiglio regionale per chiedere l'election day sono stati respinti

Come un anno fa anche nel 2012 si è parlato di "Election Day". Ma come successe dodici mesi fa, anche questa volta non saranno accorpate le elezioni amministrative primaverili con il referendum sulla caccia. Il Consiglio regionale ha infatti respinto due ordini del giorno presentati dai consiglieri Andrea Stara (Per Bresso) e dal Movimento a 5 Stelle, in cui veniva chiesto appunto un election day.Il referendum dovrà tenersi tra il 15 aprile e il 15 giugno, periodo nel quale andranno al voto oltre 80 Comuni e tre Province del Piemonte.

Ancora una volta ci si appella al costo del referendum, con Stara che dice che "è prevalso l'interesse di una parte, la lobby dei cacciatori e la Regione scaricherà sui cittadini il costo del referendum. L'inadempienza della Regione (che non aveva fissato la data della consultazione, ndr) è già costata alla collettività le spese processuali del ricorso al Tar. Ora - prosegue il consigliere - si presentava l'occasione concreta per un risparmio economico, ma il centrodestra ha detto no".

Dello stesso avviso Davide Bono, capogruppo del Movimento a 5 Stelle. "Come sempre quando si può sperperare denaro pubblico la politica risponde presente. Il 6 maggio circa 600 mila piemontesi saranno chiamati alle urne. Abbiamo chiesto l'accorpamento di questi due appuntamenti elettorali, in un election day, scelta che porterebbe alla Regione un risparmio potenziale sui 3-4 milioni di euro. I piemontesi che sono chiamati a grandi sacrifici economici giudicheranno questo ennesimo sperpero di denaro pubblico". (Ansa)

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