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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Caccia, c'è una data per il referendum: domenica 3 giugno 2012

In Piemonte il 3 giugno ci sarà il referendum sulla caccia. Dopo 25 anni di battaglie legali, i cittadini sono chiamati alle urne. La consultazione è stata indetta dal governatore Roberto Cota

C'è finalmente una data, attesa più di due decenni. In Piemonte il 3 giugno ci sarà il referendum sulla caccia. Dopo 25 anni di battaglie legali, i cittadini sono chiamati alle urne. La consultazione è stata indetta dal governatore Roberto Cota, ottemperando alle prescrizioni del Tar che il 10 febbraio scorso aveva ordinato alla regione Piemonte di fissare la data entro 15 giorni dalla notifica della sentenza. Il Comitato promotore aveva raccolto 60 mila firme nel 1987.

La storia inizia nel 1987 quando si raccolsero circa 60.000 per indire un referendum regionale con il quale si volevano abrogare determinati articoli dell’allora vigente normativa venatoria, la Legge Regionale 60/79.

Tuttavia il referendum fu bloccato per una questione giudiziaria nata dopo che la Giunta Regionale approvò una legge che a tutti gli effetti non teneva alcun conto della petizione popolare e quindi delle richieste di cittadini e ambientalisti.

Cosa succederebbe se passasse il referendum? Il referendum non chiede l'abolizione della caccia in Piemonte, piuttosto di introdurre una serie di regole più rigide. Innanzitutto la limitazione al numero delle specie cacciabili. Il quesito prevede che rimangano cacciabili solo quattro specie: lepre, fagiano, cinghiale e colino della Virginia. Quest'ultima, però, nel frattempo è stata inserita nell'elenco delle specie protette a livello comunitario.

Resterebbero, quindi, solo tre specie cacciabili. Per quanto riguarda le altre specie, si continua a prevedere la possibilità di intervenire con abbattimenti di controllo se l'eccessiva presenza di fauna selvatica dovesse comportare danni all'agricoltura. Altre limitazioni il divieto di caccia nella giornata di domenica e su terreno coperto da neve. I referendari chiedono anche di ridurre i privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie. Nelle ex riserve private di caccia si possono abbattere animali in numero molto maggiore rispetto al territorio libero e il referendum vuole abolire queste deroghe.

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