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Sabato, 20 Aprile 2024
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Profughi ucraini, in Piemonte già 4.000 famiglie hanno deciso di accogliere chi scappa dalla guerra

Sono arrivati 5.200 profughi

Oltre 4.000 famiglie in Piemonte si sono dette disponibili ad accogliere in casa profughi ucraini in fuga dalla guerra. È quanto ha riferito ieri in consiglio regionale l'assessore Marco Gabusi che ha in capo la gestione dell'accoglienza sul territorio piemontese. 

In totale sono già 5.200 i profughi che sono arrivati in Piemonte, di questi la maggior parte sono stati accolti in contesti familiari. Si tenga conto che la regione conta circa 20.000 cittadini ucraini residenti. "Per affrontarne tempestivamente gli sviluppi abbiamo costituito il Comitato regionale per l'emergenza profughi, tramite il quale abbiamo attivato tutte le possibilità di accoglienza", ha spiegato Gabusi in aula. 

Le modalità di accoglienza in Piemonte sono tre: i CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), il  SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), le strutture della Protezione Civile e privati. "I minori provenienti dall’Ucraina che giungono sul territorio piemontese senza essere accompagnati da uno dei genitori", ha poi aggiunto Gabusi, "sono da considerarsi a tutti gli effetti minori stranieri non accompagnati e dovranno essere immediatamente accolti in un luogo sicuro".

Sul tema a sollecitare una risposta della Giunta regionale piemontese è stato Daniele Valle, consigliere regionale del Partito Democratico: "A oggi non esistono linee guida regionali, pertanto consorzi socio assistenziali e sindaci devono arrangiarsi nel gestire situazioni complicate senza coordinamento alcuno", ha spiegato il consigliere, "Né è chiaro se e da chi verranno coperti gli extra-costi che Comuni ed enti socio assistenziali stanno già affrontando per prendersi carico dei rifugiati".

Dal Comune

Intanto il Comune di Torino ha fatto sapere che la Città di Torino si candida ad ottenere fondi dal Ministero dell'Interno per ospitare 100 persone in fuga dall'Ucraina, prevalentemente nuclei familiari, all'interno del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI).

"Con questa scelta Torino si conferma città dell'accoglienza: siamo e restiamo la terza in Italia per numero di rifugiati ospitati nel SAI", ha spiegato l'assessore Rosatelli. Uscirà un avviso pubblico rivolto alle realtà del Terzo settore per la realizzazione concreta dell'inclusione dei profughi, che avverrà sia presso le famiglie che si sono date disponibili, sia in alloggi dedicati.

"Faremo leva sulle esperienze positive già fatte come il Rifugio diffuso", aggiunge l'assessore, "fondato sulla disponibilità delle famiglie accoglienti selezionate dalle organizzazioni sociali e di volontariato. Le cose da fare per gli ucraini in arrivo sono moltissime, la Città insieme agli altri attori pubblici e privati sta facendo la propria parte".

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